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La lunga estate calda

Regia di Martin Ritt vedi scheda film

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La recensione su La lunga estate calda

di laulilla
8 stelle

Opere letterarie che diventano film: il soggetto è lo stesso, ovvero il fuoco che avvolge i granai e le provvisorie costruzioni dell'uomo distruggendole. Da un racconto di Murakami nasce Burning, film tra i più suggestivi visti quest'anno; da un romanzo di William Faulkner era nato nel 1957 La lunga estate calda.

The long Summer è in realtà il titolo del solo terzo capitolo di Hamlet, ampia narrazione che lo scrittore americano aveva pubblicato nel 1940 (successivamente tradotta in italiano, col titolo Il Borgo, da Cesare Pavese, la cui raffinata e imperdibile trasposizione è ancora oggi reperibile nell'edizione di Adelphi).

 

La vicenda del film e i suoi grandi interpreti

 

Parlerò più avanti della faticosa realizzazione di questo bel film, la cui visione raccomando a chi non lo conosce ancora.
Vi si raccontano le vicende di Ben Quick (un sensualissimo Paul Newman trentaduenne attore semi-sconosciuto con un passato teatrale e un solo film importante alle  spalle*) affiancato da  Antony Franciosa nella parte di Jody Varner  e da Orson Welles nella parte di  Bill Varner. Le attrici del film sono Joanne Woodward, Lee Remick e Angela Lansbury nei panni rispettivi di Clara Varner; Eula Varner; Minnie Littlejohn.


L'arrivo di Ben nel villaggio sul Mississipi dominato dal ricchissimo e potente Bill Varner era stato casuale: il giovanotto cercava un lavoro dopo essere stato espulso dal suo paese in seguito al processo per l'incendio che aveva distrutto un'azienda agricola, nel quale, senza prove, lo si riteneva implicato. I giudici del tribunale non avevano potuto condannarlo, ma l'intimazione ad andarsene era stata perentoria.
In cerca di una sistemazione, egli aveva accettato un passaggio sull'auto scoperta guidata da Clara Varner, in viaggio con la cognata Eula, la graziosa moglie, tutta gioia di vivere, di Jody.
Su quel matrimonio, Bill aveva contato, sperando che al più presto una frotta di nipotini avrebbe garantito una sorta di eternità a lui e al suo patrimonio. Non era andata così: il neghittoso Jody si occupava poco degli affari di famiglia e ancor meno di quella bella moglie che ora cercava, dedicandosi alle occupazioni più frivole, qualche forma di risarcimento dell'anaffettività del marito.
Bill non si rassegnava, però, e sperava, senza molto successo, che almeno Clara assumesse, sposandosi, la responsabilità di perpetuare la famiglia. La giovane, con i suoi ventitre anni (quasi una zitella, per l'arretrata mentalità diffusa allora nel profondo e contraddittorio Sud americano) aveva un'alta stima di sé: aveva studiato e non credeva che una donna come lei si realizzasse nel matrimonio, anche se pensava che Alan, il suo vicino di ottima e cristianissima famiglia, sarebbe diventato prima o poi suo marito, disdegnando le smancerie amorose, sconvenienti per lei e per lui, come, a suo avviso, per ogni altra coppia di persone colte ed educate. I progetti e i desideri di Bill, dunque, erano continuamente frustrati.

L'arrivo di Ben aveva alimentato in Bill il sogno di un possibile cambiamento di sua figlia: l'aperto richiamo sessuale di quel corpo bellissimo impudicamente esibito e il magnetismo dello sguardo fascinoso dello straniero, forse avrebbero prodotto il miracolo. Era stata una sorta di rischiosa scommessa l'accordo suggellato segretamentre fra loro: una ricchissima eredità in cambio di un matrimonio tutto da costruire con l'accorta strategia di un corteggiatore deciso alla conquista; impresa non facile, per gli imprevisti, i drammi e le rivelazioni che il finale del film, fra tragedia e commedia, racconta con qualche esagerazione mélo.

 

 



 

La difficile nascita del film

Ho dedotto le notizie che seguono soprattutto dai contenuti speciali del DVD in mio possesso, in cui la scrittrice e studiosa Valentina Pattavina, dà conto delle proprie accurate ricerche in merito a questo film.

 

I diritti per la trasposizione cinematografica del romanzo di Faulkner, che ne divenne soggettista, vennero acquistati dal produttore Jerry Wald per la 20th Century Fox, mentre la sceneggiatura fu affidata alla coppia Irving Ravetch - Harriet Frank, Jr, marito e moglie, che abilmente misero insieme lo script attingendo al romanzo, e, come ho scritto, soprattutto al suo terzo capitolo, The Long Summer, nonché, in minor misura, ad alcune parti di tre racconti brevi dello stesso autore.


Il compito del regista Martin Ritt, uomo di fede progressista e da poco riabilitato come cittadino americano**, si rivelò subito molto difficile nonostante egli avesse creduto nel progetto. Pesavano le incertezze per la scelta dell'attore protagonista nel ruolo di Ben Quick: aveva pensato a Marlon Brando, poi a  Robert Mitchum e, infine, con felicissima intuizione, a Paul Newman, giovane di ottima preparazione teatrale (proveniva dall'Actor's Studio di New York), la cui ammiccante  sensualità gli era sembrata particolarmente adatta a conferire al film una decisiva atmosfera erotica. Il personaggio di Jody, affidato ad Antony Franciosa, anch'egli attore dell'Actor's studio, rischiò invece di di mettere in crisi il cast, per il nervosismo manesco dell'attore***, sempre pronto a pronto a minacciare tutti, regista compreso.
Fu però Orson Welles, il grande Bill, che Ritt preferì a Edward G. Robinson, l'interprete che diede i più gravi problemi, durante le riprese e persino in fase di montaggio. Le sue ire erano soprattutto dirette contro i modi recitativi da Actor's Studio di Newman, di Franciosa e anche di Joanne Woodward, che aveva frequentato a Hollywood la stessa scuola: lo irritava la tecnica di immedesimazione che egli respingeva, invece, per dar luogo, lucidamente, a un personaggio che è insieme ironico e malinconico, recitato col forte accento strascicato e le espressioni gergali del profondo Sud, che, in fase di montaggio furono ritenute così poco comprensibili, da pensare addirittura a una qualche forma di doppiaggio. Per fortuna, per evitare i costi troppo alti, si mantenne il film com'era, cosicché oggi ci possiamo godere, nella versione in lingua originale, un insolito e quanto mai amabile Orson Welles.
Il film fu girato dal settembre al dicembre del 1957, lungo il Mississipi, in un'estate umidissima e torrida, a sua volta fonte di ulteriore nervosismo. Solo nel marzo del 1958 fu possibile presentarlo agli spettatori in una sala di Baton Rouge, accolto immediatamente con grande favore dal pubblico che molto apprezzò l'accento locale di Bill e la storia dell'amore difficile fra Ben e Clara, accompagnata dalla bella canzone di Alex North, autore dell'intera colonna sonora.

 

Alla conclusione del film, Paul Newman sposò Joanne Woodward, poiché sul set - e sul serio - i due si erano innamorati. Il loro matrimonio durò cinquant'anni, fino alla morte di lui.

 

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* Lassù qualcuno mi ama (aveva sostituito James Dean).

 

** da poco cancellato da una lista di proscrizione (siamo in clima di guerra fredda), per aver aderito a una sottoscrizione a favore della Cina comunista.

 

*** appena uscito di galera  per aver picchiato un fotografo in difesa della moglie, Shelley Winters

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