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Americani

Regia di James Foley vedi scheda film

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La recensione su Americani

di Gangs 87
7 stelle

L’agenzia immobiliare Premiere Properties ha deciso di tagliare il personale. A subirne le conseguenze, sono quattro impiegati di una filale un tantino sottotono: Ricky, l’unico a non essere preoccupato perché il venditore migliore, anche se senza scrupoli, George, Dave che è il più ribelle del gruppo che ha piani contro legge e il vecchio Shelley, partecipe dei tempi più brillanti della società ma che ora sta attraversando un momento difficile. Quando la strada da percorrere sembra condurre solo alla rovina, qualcuno deciderà di scompigliare e complicare le carte.

 

La competizione fa l’uomo ladro. Ah no, quella era l’occasione. Il senso però non cambia: quando talune circostanze vengono concepite dalla nostra mente come estreme, quando non si riesce a visualizzare una qualsiasi via d’uscita, allora l’essere umano è indotto a reagire, anche facendo cose impensabili. È una sorta di “istinto di sopravvivenza” che scatta per non soccombere.

 

È effettivamente ciò che accade a Shelley, uno stupefacente Jack Lemmon che sovrasta i suoi colleghi con un’interpretazione assurda. Nonostante il cast vanti nomi alquanto altisonanti, Lemmon si distingue per carisma e classa recitativa, nei panni di un uomo disperato. Memore dei tempi in cui era il venditore migliore dell’agenzia, vive di ricordi ed è incapace di far prevalere il presente, pregno di problemi e angosce.

 

Ma di ricordi non si vive, men che meno si mangia ed ecco che diventa il bersaglio del suo capo ufficio, un Kevin Spacey in forma smagliante, che calpesta i tempi andati e gli sbatte in faccia la verità senza mezzi termini. Ricattatore e millantatore John Williamson, questo il nome del capo ufficio interpretato da Spacey, è un nullafacente raccomandato che sorveglia tutti come un cane da guardia, scevro da sentimenti e coinvolgimenti da cui si tiene abilmente fuori.

 

Il film di James Foley è spietato, dal ritmo incalzante. Un accenno, mai benevolo, al mondo dei venditori, in questo caso di immobili ma potrebbero esserlo di qualsiasi cosa. Una pellicola che si svolge in una notte di pioggia fitta e incessante. Buia come l’anima dei protagonisti, vittime di un vortice inarrestabile che li conduce verso il baratro fin quando, non esce il sole. Il giorno dopo, quando l’atto criminoso è ormai stato portato a termine, tutto si dissolve: la pioggia, le paure e anche le prospettive di licenziamento, sembrano ormai un problema lasciato alle spalle.

 

Americani, sarebbe curioso capire da cosa deriva questo titolo tradotto e a cosa vuole realmente riferirsi, è stata una visione sorprendente. Un film piacevole quanto inaspettato. Una visione fugace ma rivelatoria di un mondo poco conosciuto e dei meandri, che comunque solo si intravedono, in cui si rischia di cadere quando la vita ti pone davanti a strade inesplorate e mai considerate.

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