Regia di Max Ophüls vedi scheda film
Max Ophuls, tedesco per nascita, è stato il regista apolide per eccellenza: ha girato film in Germania, Francia, Italia, Olanda e Stati Uniti. La ronde è il film che inaugura il suo ritorno in Francia (dove aveva girato parecchie pellicole nel corso degli anni'30) dopo la parentesi americana, e fu un grande successo commerciale, certamente uno dei maggiori della sua carriera. Tratto da un testo teatrale del drammaturgo austriaco Arthur Schnitzler, si impernia su un girotondo amoroso che vuole dimostrare la natura fuggevole e transitoria della passione amorosa, con un messaggio che al fondo resta piuttosto pessimistico (nella vita bisogna cogliere l'attimo, perchè la felicità è effimera, di breve durata). Lo fa senza moralismi, tanto che sono del tutto fuorvianti le accusedi chi ha voluto vedere nel film e nel testo teatrale d'origine "una celebrazione dell'adulterio e della promiscuità sessuale". Lo stile tocca punte di grande raffinatezza visiva, con piani-sequenza virtuosistici e sinuosi movimenti di macchina, e con una scenografia che presenta continuamente oggetti o arredamenti che si interpongono tra la macchina da presa e gli attori. La scansione episodica è amministrata con perizia e intelligenza, ma, a mio modesto parere, in parte limita i risultati espressivi, poichè vi sono alcuni episodi, soprattutto nella seconda parte, un pò meno interessanti e tendenti un pò troppo alla chiacchiera futile (mi riferisco soprattutto a quelli con Fernand Gravey-Odette Joyeux e fra quest'ultima e Jean-Louis Barrault). Tuttavia, nel complesso si tratta di un'opera audace e insolita, in massima parte riuscita, e che anticipa i geniali risultati di Le plaisir e Madame de... Fra gli attori, difficile fare una gerarchia di bravure, ma quelli che più mi hanno colpito sono stati Daniel Gelin e Danielle Darrieux.
voto 9/10
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