Regia di Terry Gilliam vedi scheda film
Confesso di non aver mai amato particolarmente questa bizzarra fiaba metropolitana ibridata con un'agrodolce commedia romantica e appesantita da una drammatica riflessione sulle conseguenze delle nostre azioni. Al di là dei toni surreali e degli elementi fantastici, il film di Terry Gilliam è proprio una sorta di apologo sulla necessità e la capacità di relazionarsi al prossimo e di assumersi le proprie responsabilità nei confronti degli altri (il comportamento sventato del dj interpretato da Jeff Bridges provocherà involontariamente un massacro e, tormentato dal rimorso, solo aiutando il marito di una delle vittime, impazzito dal dolore, ritroverà la pace, mentre solo decidendosi ad apprezzare la devozione di una donna sinceramente innamorata di lui, riuscirà a trovare la via di uscita dal tunnel di cinismo egocentrico nel quale rischiava di smarrirsi). La pellicola è sicuramente ben diretta da un regista con uno stile importante e definito (anche se non sono particolarmente appassionato delle atmosfere spesso tetre ed inquietanti di Terry Gilliam) ed è ottimamente interpretata da un carismatico ed intenso Jeff Bridges e da uno straripante (forse un po' troppo) Robin Williams, ben coadiuvati dalla coppia di attrici Mercedes Ruehl ed Amanda Plummer (brava, anche se francamente non ho mai sopportato la sua recitazione "schizzata"). Non molto convincente, invece, la sceneggiatura un po' troppo mielosa e scontata di Richard LaGravenese, che passa con troppa disinvoltura da un genere all'altro, spesso disorientando ed irritando, prima di sciogliersi banalmente nel più sdolcinato (ed improbabile) happy ending. Voto sufficiente.
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