Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Ambientato a Roma all'inizio degli anni '60, questo film di Pier Paolo Pasolini racconta la storia di Vittorio, soprannominato Accattone, un giovane senza prospettive, incapace di guadagnarsi di che vivere con un lavoro onesto. Campa grazie al denaro procurato da Maddalena, una giovane donna che fa prostituire; quando quest'ultima finisce in carcere, in conseguenza di un suo atto di viltà, Accattone rimane senza un soldo. Tenta, allora, di avviare alla prostituzione Stella, una ragazza dal passato difficile, dall'indole remissiva; ma un destino amaro attende l'uomo. Quest'opera segna l'esordio di Pasolini dietro la macchina da presa e trasmette una ricostruzione vivida della città di Roma, in particolare delle borgate, e del suo sottoproletariato. L'intellettuale ne dà una visione assolutamente disperata. Accattone è uno sfruttatore dall'animo viscido; egli ne è consapevole. Non offre alcun contributo alla società, ed è ripagato con la stessa moneta. Ignorato dai figli, ancora bambini, respinto dalla famiglia della ex-moglie, dileggiato dagli amici, personaggi non molto migliori di lui, dopo aver perso il contributo economico fornito da Maddalena, conosce i morsi della fame. Neppure lo stato d'indigenza e le continue umiliazioni che subisce riescono a spingerlo sulla strada della redenzione; gli torna in mente la dolce, umile, ma solo apparentemente ingenua Stella, conosciuta poco tempo primo. Inizia a circuirla con l'intenzione di farla prostituire. La ragazza, innamoratasi dell'uomo, lo farebbe pure. Ma - imprevedibilmente - anche Accattone inizia a provare sentimenti di tenerezza. Quale miglior motivazione potrebbe convincerlo a cambiar vita ? Eppure anche quest'occasione è persa. Vittorio non sopporta la fatica di una giornata lavorativa, ed anzi si espone ad ulteriore dileggio degli amici. Tormentato costantemente dalla consapevolezza delle proprie miserie, morale e materiale, sente di non avere via di scampo; a più riprese sembra cercare la morte, finchè essa giunge, in conseguenza di un fallito furto di generi alimentari. Finale quasi catartico, a conclusione di un racconto cui il regista conferisce tonalità epiche, grazie ad un particolare uso di inquadrature - in particolare, primi piani - simboli, musiche solenni. Impossibile non cogliere il contrasto tra tale rappresentazione ed i connotati morali del protagonista, il quale dà luogo ad una domanda : Accattone è vittima o carnefice ? Personalmente, trovo difficile poter dare una risposta. Certamente, il contesto sociale ha influenzato l'indole del personaggio, estremamente a suo agio tra perdigiorno, piccoli trafficanti e prostitute, una variegata "fauna" umana che popola una città assolutamente indifferente alla sorte dei suoi "ultimi", relegati in borgate e rioni, tra baracche e vecchie case cadenti, strade e cortili polverosi, mentre tutt'intorno sorgono, uno dietro l'altro, palazzi moderni. Accattone potrebbe essere celebrato come un eroe di questo mondo, destinato ad un'evoluzione solo nel suo aspetto esteriore, e per il resto sempre uguale a sè stesso; popolato di poveracci, ai quali la vita non dà e non chiede nulla. Pertanto, propenderei per un doppio ruolo, di "carnefice" e "vittima"; ciò anche grazie all'interpretazione di Franco Citti. Vittorio ci appare con molti volti; a volte con piglio sprezzante e beffardo; altre volte con atteggiamento falso ed ingannevole; altre ancora, accigliato, evidentemente colpito dagli insulti e dalla derisione altrui; raramente, disperato. Mai, se non, forse, negli ultimi fotogrammi che lo ritraggono in vita, quieto ed appagato. A ricordarci la "romanità" del racconto non sono solo le ambientazioni, ma anche i dialoghi, in un dialetto colorito, ricco di espressioni e modi di dire che esprimono amarissime ironia ed autoironia. Notevole l'uso di simboli. Le sequenze del sogno di Accattone, nell'ultima parte del film, lasciano intendere che l'uomo percepisse la sua fine come imminente e confidasse in essa per vedersi restituita - nella forma di una sepoltura in un punto luminoso - quella dignità negatagli in vita. Un'altra sequenza mostra le vestigia romane ai lati della Via Appia Antica, mute testimoni della decadenza dei tempi - negli anni '60 era evidentemente un'area utilizzata per appartarsi - e del tormentato rapporto tra Vittorio e Stella. Un'appassionante ricostruzione del contesto sociale del sottoproletariato romano, con i suoi derelitti ed i suoi ambienti sordidi, tramite la storia di un suo "eroe", privo di ogni speranza d'elevazione, il cui amaro destino si mostra evidente sin dai primi istanti del film.
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