Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Crudo e realistico, violento e passionale, a tratti tragico. Accattone è l’inevitabile opera prima di Pier Paolo Pasolini, e quando dico inevitabile voglio dire che non poteva che cominciare in altri modi la propria leggenda cinematografica. Con questo film che odora di vita vissuta, quell’immortale cantore della poesia umana di Pasolini dà vita eterna ad un ambiente topico della capitale che altrimenti avrebbe continuato a vivere solo nella memoria collettiva dei romani. Con Accattone, Pasolini rende epica la borgata e con essa i suoi abitanti, che oggi diremmo borderline (ma il termine è troppo riduttivo per definire i personaggi che abitano questo film).
Figli del popolo più disperato, dei sogni spezzati sin dalla culla, dei modi bruschi perché non se ne conoscono altri, i borgatari di Pasolini sono eroi quasi neorealistici. Contraddistinto da uno stile moderno, autentico, grintoso eppure crepuscolare, è uno dei più importanti film del decennio, un vero capolavoro in cui si incontrano misticismo e laicità, pietà e fede, che si avvale delle potenti e stranianti musiche di Bach e della grezza, acerba ma matura, luminosa interpretazione di Franco Citti. Un pugno nello stomaco di crudezza, violenza, modernità, passione. Uno stile del tutto nuovo in cui si incontrano epica e miseria.
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