Regia di Jean Renoir vedi scheda film
stilisticamente innovativo (specialmente nell'uso del sonoro), il film di Renoir e' un capolavoro del realismo poetico d'Oltralpe degli anni 30 (con tracce di surrealismo, riscontrabili nelle tonalita' candide, nei tempi dilatati, nel privilegio rivolto ai comportamenti piuttosto che alle psicologie). E' un film coerente con la poetica renoiriana del confronto tra classi sociali (come in "La regola del gioco"), o meglio tra due diversi modi di intendere la vita: da un lato, la borghesia rispettabile e perbenista, sia pur nella sua umanita'; dall'altro l'anarchia e la liberta' del barbone. In perfetto equilibrio tra umorismo selvaggio, dramma sociale e commedia di costume all'insegna di una feroce lucidita' critica , e' un film complesso che si regge su due punti cardine: la Morte e il Sesso.
Commento a "La cagna", primo film sonoro di Renoir:
Modernissimo nella messinscena (per l'uso dello spazio, della profondita' di campo, del movimento di macchina), e' un dramma/noir naturalista, all'insegna del fatalismo piu' ineluttabile. Renoir dipinge in modo realista ed impietoso la miseria morale di una societa' corrotta, ponendo l'accento sui temi del vizio e della mercificazione (del sesso, della dignita' e anche dell'Arte). Renoir ritrae i suoi anti-eroi miserabili senza retorica ne' moralismi e senza condanne esplicite, ma anche senza concedere loro attenuanti di tipo psicologico o sociologico. Non si salva nessuno dei personaggi del film, tutti ottimamente disegnati. Film durissimo, sconvolgente, privo di speranza.
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