Regia di Leopoldo Savona vedi scheda film
Spaghetti western sessantottino in tutti i sensi possibili, Killer Kid racconta la storia di un 'cattivo' dalla parte degli oppressori che si converte in buono, mettendosi al servizio della rivoluzione (in questo specifico caso, messicana, quella eternamente in preparazione in questo genere di pellicole). Nulla di nuovo sostanzialmente, con un cast miserrimo (Anthony Steffen/Antonio De Teffè, Ken Wood/Giovanni Cianfriglia e l'impareggiabile Fernando Sancho sono i tre volti più riconoscibili) e la regia di un mestierante non particolarmente dotato come Savona, neppure disastroso in fin dei conti (e questo è probabilmente il suo western migliore). Sceneggiatura traballante scritta a quattro mani dallo stesso regista e da Sergio Garrone, maggiormente noto come interprete, ma anche autore (o co-autore, come qui) di una buona serie di copioni fra la metà dei Sessanta e la metà degli Ottanta. Killer Kid rispetta tutti i canoni del filone: azione, violenza (seppure in quantità moderata), sparatorie ed esplosioni, prevalenza di esterni (ma c'è anche il classico saloon) e doverosa presenza di bella ragazza (Luisa Baratto), aggiungendo quel pizzico di sottofondo 'politico' che lo rende facilmente databile. 3,5/10.
Killer Kid è un bandito che sta dalla parte dei messicani; in realtà si tratta di un ufficiale americano che si spaccia per lui, cercando di carpire informazioni sui ribelli. Ma molto presto l'uomo si rende conto delle ragioni della rivoluzione.
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