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Giungla d'asfalto

Regia di John Huston vedi scheda film

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La recensione su Giungla d'asfalto

di Baliverna
10 stelle

Decisamente un grande film, di quelli che si possono guardare una volta ogni tanto con immutato piacere, anzi, che è necessario farlo per coglierne tutti i pregi. La galleria di personaggi che la pellicola offre sono ben definiti, nonostante con pochi tratti, e tutti indimenticabili. Per dare un'idea dell'abilità di regista e sceneggiatore sotto questo aspetto, basta ricordare la scena in cui Sterlyng Hayden dice di voler tornare in campagna e farsi un bagno, vero e simbolico, perché la città insudicia chi vi vive. La ragazza che ospita in casa a quel punto cade in grande disagio e imbarazzo, non davanti a lui, ma davanti a se stessa. Ha sentito un morso della coscienza. Non viene detto o mostrato altro, ma con questo solo tratto si racconta la storia della ragazza innocente venuta dalla campagna e poi caduta nel giro della prostituzione del locale per cui lavorava... Ma memorabili sono tutti: il professore, il biscazziere, l'avvocato, lo scassinatore con famiglia, il barista.... Nessuno di loro è un criminale spietato o un personaggio completamente disprezzabile, perché ognuno, accanto alle sue colpe, ha avuto dalla vita le sue prove e ha le sue debolezze. Gli unici veramente antipatici sono forse l'avvocato col suo tirapiedi. La polizia è messa su un piano morale non molto diverso da quello dei malviventi, anche perché essa stessa ha i suoi corrotti e i suoi opportunisti, accanto ai poliziotti onesti. Splendida è anche la fotografia in bianco e nero, che serve bene un'azione che si svolge tutta al chiuso, fuori ma di notte, o al massimo con la luce livida dell'alba. Dal canto suo Huston ha la mano fermissima e dirige con precisione e disinvoltura numerosi attori, e domina bene una vicenda corale che non ha un singolo protagonista. La giovane Marilyn già stupisce per la sua bellezza (e bravura), qui più semplice e meno appariscente che in seguito.
Un'altra cosa: è un film pessimista ma non cinico, e mai sgradevole o troppo crudo e violento. Non si può dire lo stesso di quello che viene considerato il suo corrispondente europeo, cioè Rififì.

Secondo me questo capolavoro è uno di quei film perfetti, forse anche umili, riusciti così bene quasi per caso, senza cioè l'intenzione del regista di girarne uno. Forse per questo vale ancora di più.

 

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