Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Dopo il successo di 'Pane, amore e fantasia' e 'Pane, amore e gelosia', Comencini continua il suo lavoro all'interno di un genere, la commedia all'italiana, che lo consacrerà tra i suoi maestri.
'La bella di Roma' ha più punti in comune coi lavori precedenti: anch'esso è scritto a più mani - oltre al regista e al collaboratore abituale Margadonna, Edoardo Anton e Massimo Patrizi - ed è caratterizzato da una coralità di interpreti ai quali l'autore riesce a dare il giusto spazio per consentire ad ognuno una buona prova attoriale, indipendentemente dal differente minutaggio.
La storia, ambientata a Roma negli anni '50, ruota attorno a Nannina (Silvana Pampanini) e ai suoi sforzi per aprire un locale, appunto la Bella di Roma: Comencini si stacca dalla Commedia dell'Arte e costruisce personaggi meglio delineati e con più spessore e riesce ad articolare un film senza intoppi, tranne una leggera implosione nella parte centrale, con notazioni non banali sull'Italia di quel tempo, ancora non uscita completamente dalla crisi post-bellica e costretta ad arrangiarsi e ad ingegnarsi per tirare a campare.
Ancora una volta, oltre a un miglior livello in fase di script, è la direzione degli attori a innalzare il valore dell'opera: la Pampanini, non molto apprezzata dalla critica, per me offre una prova più che decorosa, mentre Alberto Sordi, in una parte che calza per lui a pennello - quella di Gracco, donnaiolo traditore un po' meschino - ruba la scena a chiunque si trova a dividere lo schermo con lui. Se Paolo Stoppa (Oreste) e Antonio Cifariello (Mario) negli altri ruoli principali, pur non demeritando, non mi incantano, sono, come spesso in Comencini, i ruoli più brevi a restare nella memoria: il dipendente (Sergio Tofano) e la moglie di Gracco (Luisella Beghi), la cognata di Oreste (Lina Volonghi) e una suora (Bice Valori) danno delle ottime e precise caratterizzazioni.
Voto: 7,5.
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