Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film
La felicità e la ricchezza giacciono in una fossa piena di serpenti a sonagli.Di cobra non c'è traccia in questo film ambientato in una frontiera western brulla sassosa e bruciata dal sole,però non si può negare l'efficacia del titolo italiano,anche meglio di quello originale che richiama l'inizio di una favola.La storia è quella del bandito Pitman che nasconde il bottino di una sua ingente rapina in una tana di serpenti a sonagli,così quando viene arrestato tutti vogliono sapere dove è il bottino,compreso il direttore.Il quale muore in una rivolta.Il nuovo direttore Lopeman ha idee progressiste,fa costruire un refettorio ,un infermeria ai detenuti,non fa spaccare pietre.E capisce che Pitman è il leader dei detenuti cercando di collaborare con lui.Pitman però organizza la sua fuga tradendo sistematicamente i suoi compagni ma....non voglio svelare il finale che è tutto da gustare.Mankievicz sotto le spoglie di un western picaresco espone tutto il suo pessimismo su quell'animale chiamato uomo,mette in scena con cattiveria tutto il lerciume di cui può essere capace,dipinge un universo in cui il primo motore è il denaro,in cui ruota tutto attorno al dio dollaro.E tutti cercano di adeguarsi.Il personaggio di Douglas è l'esemplificazione del concetto di canaglia,tradisce consapevolmente e in maniera ultra pianificata tutti i suoi complici non esitando a ucciderli a sangue freddo,è guascone,sempre sorridente ma è praticamente un centro di calcolo,guarda solo ai propri interessi.Dall'altra parte la figura dello sceriffo interpretato da Henry Fonda,quasi timoroso degli altri, all'inizio risponde a ideali di giustizia e di comprensione,poi mano mano si trasforma prima in un essere assetato di vendetta e quando il destino si mette dalla sua parte se ne infischia della legge e si va a godere la vita in Messico.Come a dire:l'uomo può essere anche buono e giusto ma di fronte al denaro...Mankievicz ha un tocco leggerissimo pur rispettando le regole del genere western e del genere carcerario parla di altro,alla fine parla solo della meschinità umana e lo fa con amaro sarcasmo,aiutato da un cast di enorme spessore.....
nella parte del Kid recita una parte di calcolato istrionismo
ottimo
favoloso per come tratteggia il suo personaggio
l'esmplificativo della canaglia
un grandissimo regista spesso non ricordato a sufficienza
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