Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Uno dei film più dolci di quella vecchia canaglia di Marco Ferreri, La casa del sorriso è la storia sorridente della scoperta di un amore tardivo osteggiato dalla comunità anziana di una casa di riposo. Vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino, dice una delle verità più scomode e non banali: la vecchiaia può incattivire, ma può essere anche un’opportunità. E se c’è chi non capisce ed è invidioso (maggiore esponente l’avvocato arrapato e spietato dell’ottimo Enzo Cannavale, ma anche lo stuolo di arroganti inservienti), c’è anche chi aiuta la coppia a trovare luoghi in cui poter vivere il proprio idillio amoroso e sessuale, addirittura emozionandosi all’idea di essere accanto ad un uomo sia pur di un’amica (le disincantate ed irresistibili sorelle Nuccia e Nunzia Fumo, la malinconica professoressa di Gudrun Temple, la ritrovata Maria Mercader). È un apologo delicato e sollevato sull’anzianità (con parentesi amarognole sulla crudeltà delle giovani generazioni nei confronti delle precedenti, se non altro per mancanza di rispetto nei confronti dell’essere umano), sulla libertà intellettuale e sentimentale, divertente e toccante senza mai essere stucchevole, vissuto dal volto evocativo e vissuto della grande Ingrid Thulin (nonché dal sorprendente ed elegante principe Dado Ruspoli), ondeggiato su una splendida colonna sonora che riempie i paesaggi brulli della Romagna balneare.
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