Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Il film è ben fatto, come si attende da Germi, ma su di esso pesa la “versione ufficiale” del Risorgimento italiano. Il film mostra un Sud arretrato e superstizioso, assurdamente legato al “giogo borbonico” sotto il quale “gemeva”, e dal quale Cavour, Garibaldi e compagnia lo avrebbero liberato. La sua arretratezza lo porta però a ribellarsi al nuovo governo, perché “liberale”. Queste sarebbero anche le cause del brigantaggio. Se uno però va a studiarsi quel turbolento periodo storico facendo uso delle fonti di prima mano (delibere del governo, giornali dell'epoca, e alcune fonti meridionali), scoprirà che l'arretratezza del Meridione iniziò con l'occupazione piemontese, che prima di essa non gemeva sotto alcun giogo ed era contento del governo borbonico, e che quella non fu una guerra di liberazione, ma di conquista. Non ne faccio però una colpa a Germi, dal momento che la versione del film è quella che tutti abbiamo studiato a scuola. Per il resto, Amedeo Nazzari è bravo, la fotografia interessante, e l'unico rammarico (non piccolo) è appunto quello di cui sopra.
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