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E alla fine lo chiamarono Jerusalem l'implacabile

Regia di Toni Secchi vedi scheda film

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La recensione su E alla fine lo chiamarono Jerusalem l'implacabile

di giurista81
6 stelle

Western farsesco, orientato al comico, sulla scia dei film di Barboni, non solo Trinità ma anche E poi lo Chiamarono il Magnifico (da cui deriva l'idea del protagonista dai modi nobiliari ed effemminato). A tratti divertente, con alcuni personaggi che si ricordano per la loro caratterizzazione grottesca. Si veda il personaggio di Giorgio Trestini, doppiato da Glauco Onorato (giusto per richiamare alla mente Bud Spencer), che ha l'incubo degli indiani e deve sempre fare la cacca, oppure la banda degli indiani "tiburtini" che parlano in romanesco. Il protagonista è il figlio d'arte Scott Holden, belloccione di turno che scarica padellate a destra e a sinistra invece di menare le mani.

Bene la sceneggiatura, costruita su un soggetto trito e ritrito (la solita scorta di un carico d'oro che qualcuno ha sostituito all'origine per tenersi il tutto) su cui però gli sceneggiatori giocano di continuo, tra un colpo di scena e l'altro, con battute continue e richiami a titoli western dell'epoca. "Amigos, arriva Pampero... Avete Chiuso!" urla un peone a cui viene risposto, peraltro in modo errato: "Come sarebbe? Non era Sartana quello che faceva chiudere!?"

Il taglio, come si capisce, è comico con alcuni momenti troppo demenziali che, alla fine, penalizzano il risultato. L'epilogo, in cui viene scomodato un Philippe Leroy versione Achab demenziale (con tanto di evidente barba finta applicata al volto), è davvero brutto e rovina quel di buono che lo aveva preceduto. Resta un piccolo film che riesce, in più di un momento, a divertire e a strappare una buona dose di risate. Lo aiutano in questo attori come Keenan Wynn, già visto negli spaghetti western, ma qua protagonista assoluto, e caratteristi del calibro di Pazzafini, Remo Capitani (che ripete il personaggio di Mescal) e altri, oltre l'emergente Delia Boccardo che ha un ruolo centrale nella vicenda, innescando una serie di improbabili banditi che cercano di strappare, l'uno dopo l'altro e infine tutti assieme, l'oro alla coppia protagonista (Wynn-Holden).

Le musiche sono di un Franco Micalizzi che sembra destinare alla pellicola il materiale di scarto della propria produzione. Bene alla regia il direttore della fotografia Toni Secchi che, purtroppo, non farà altri film.

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