Regia di Sam Cromwell (Ciro Ippolito) vedi scheda film
Ciro Ippolito è un personaggio bizzarro del nostro cinema, regista di alcune opere 'di culto' fra le quali i due film degli Squallor (Arrapaho e Uccelli d'Italia) e questo sequel-non sequel di Alien, che riprende il titolo del successo di Ridley Scott uscito l'anno precedente. Com'è possibile che un film hollywoodiano che ha sbancato i botteghini di mezzo mondo venga sostanzialmente plagiato - quantomeno nelle intenzioni - da un semisconosciuto cineasta napoletano che fino a quel momento aveva diretto una pellicola del tutto anonima (Strangers, 1974) e collaborato a un paio di sceneggiature di film altrettanto insignificanti? E' molto semplice: nessuno degli autori e dei produttori di Alien aveva provveduto a tutelare l'opera e, non esistendo un relativo copyright, Ippolito non ha fatto nulla di illegale nel girare il suo Alien 2; la causa che ne seguì lo vide infatti uscire perfettamente innocente. Se qualche colpa Ippolito l'ha, è solamente a livello artistico; il suo film è infatti realizzato con mezzi miseri e non fa nulla per nasconderlo, così come la sceneggiatura dello stesso regista, che si firma con lo pseudonimo Sam Cromwell, è grossolana e ben poco avvincente. Come era uso ai tempi, non solo si scopiazzano gli americani, ma si tenta anche di spacciarsi per loro: Alien 2 è stato parzialmente girato in California e l'intero cast di attori, composto per lo più da volti anonimi italiani, assume nomi d'arte anglofoni: Balinda Mayne, Mark Bodin, Benny Aldrich, Mychael (sic) Shaw e via dicendo: la qualità delle interpretazioni è direttamente proporzionale alla fama dei cognomi. Qualcosa di effettivamente buono in questo lavoro comunque c'è: ed è la colonna sonora, non a caso licenziata dai fratelli De Angelis. 2,5/10.
Gli alieni sbarcano sulla Terra sotto forma di minerali malvagi (!). Una speleologa-sensitiva dapprima avverte la sciagura imminente, poi incontra sulla sua strada le creature spaziali durante una spedizione per caverne.
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