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L'uomo che fuggì dal futuro

Regia di George Lucas vedi scheda film

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La recensione su L'uomo che fuggì dal futuro

di FABIO1971
8 stelle

L'esordio dell'enfant prodige George Lucas, versione riveduta, ampliata e corretta del suo cortometraggio-tesi di laurea Electronic Labyrinth THX 1138 4EB, realizzato nel 1967: visionario, inquietante, claustrofobico, tra echi del George Orwell di 1984 e del Fritz Lang di Metropolis, immerge vorticosamente lo spettatore nell'agghiacciante universo apocalittico del XXV secolo, in cui l'intera razza umana, vittima di un regime totalitario, si è trasformata in una civiltà sotterranea, controllata da robot e computer, in cui ogni cittadino è stato privato di identità e, sotto l'influsso di droghe, delle emozioni, e identificato da una sigla, mentre le macchine governano e regolano la riproduzione degli uomini, a cui non è più consentito amare. Almeno finchè THX 1138 (Robert Duvall) e LUH 3417 (Maggie McOmie) non decidono di infrangere le regole. Lucas gestisce la tensione della suspense con i lampi di uno stile rigoroso ed essenziale, classico nel taglio delle inquadrature, nei suggestivi e stranianti primi piani, nella secchezza dei dialoghi, sempre ispirato e lucido nel sospendere le atmosfere da incubo evocate dallo script (firmato insieme a Walter Murch, che si occupa anche del montaggio del sonoro) con lo sfrenato iperrealismo della messinscena e le sue cupe utopie futuristiche. I due protagonisti Robert Duvall e Maggie McOmie (oltre ad un impeccabile Donald Pleasence) offrono una prestazione di straordinaria forza espressiva, messi a dura prova dall'insistenza morbosa e struggente con cui l'obiettivo della macchina presa indugia morbidamente sui loro corpi o sui dettagli del viso. Da applausi, poi, l'abbagliante (letteralmente) decòr visivo che ammanta il film (scenografie curate da Michael D. Haller, fotografia di Albert Kihn e David Mayers, ma splendida anche la colonna sonora di Lalo Schifrin), di cui i fratelli Wachowski ne riproporranno, in alcune sequenze di Matrix, le suggestioni più preziose (mentre Cube - Il cubo ne omaggerà il finale). Prima produzione della neonata American Zoetrope di Francis Ford Coppola.

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