Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
rivisto dopo tanti, tanti, tanti anni. il film di salvatores ha il fiato un pò corto. forse è immagine di quei tempi, fuori dallo yuppismo degli eighities, i novanta cominciavano come finivano gli ottanta. senza grandi novità. abatantuono, ritratto di un uomo e una società piccola piccola che si ricopre di abiti dal bel taglio, scarpe fatte a mano e orologi che sono un assegno circolare nel mondo, salvo poi spendere 300.000 lire per un orologio di plastica. vive da solo, a milano. viene sparato nel cesso da un ispettore corrotto e quindi fugge. lontano dalla nebbia della metropoli verso paradisi da poster da agenzia viaggio. il sogno per tanti, ma non per tutti. una vacanza alle maldive o alle seychelles per dire di essere stati in giro per il mondo, senza aver visto nulla. salvatores, abatantuono e lo sceneggiatore prendono in giro quella specie di italiano che si sposta da un aereoporto all'altro senza vedere niente. preferendo villaggi da sogno dove il confort al quale è abituato viene ricreato con design e recintato per non mischiarsi con la popolazione povera, magari di un paese in guerra, perchè no! la critica salvatores-iana non ferisce e non scalfisce quasi. come del resto il film. divertente, con tutte le sue cosine a posto per lasciare spazio al mattatore abatantuono.ma è una favoletta, dove anche il cattivo si redime e non succede nulla, poichè tanto gli omicidi commessi dal commissario rimarranno insoluti come tanti altri misteri più o meno grandi. mi dispiace dover essere cattivo, perchè insieme a marrakesch express e mediterraneo, all'epoca erano i miei tre film italiani preferiti, e salvatores il regista che aspettavo con ansia. un film qualunquista, come gli italiani che vuole disegnare, come me che lo guardo, che dice tutto e non dice nulla per non dare fastidio e piacere a più gente possibile.
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