Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Salvatores passa dalla Milano monocromatica,multirazziale e disperatamente ordinaria dei primi venti minuti di film al Messico solare,rumoroso e vivacemente disperato del resto del racconto usando come tramite un Diego Abatantuono piu'misurato che in altre occasioni ma non meno stranito.Tutt'altro che trascurabile,"Puerto Escondido" è girato con mano sapiente,la visone risulta gradevole e qualche sequenza è piuttosto divertente.Ma si denota una forte calata di ritmo alla distanza, e tutto sommato è evidente che vengano abbozzati anche troppi spunti e concetti che non vengono poi sviluppati come dovrebbero.Alla fine il vero stato d'animo che percorre tutta la pellicola emerge,ma arriva un po'troppo tardi,e tuttavia l'idea che queste persone,che potremmo essere noi tutti,si muovano,viaggino,vivano per sfuggire alla malinconia e allo scoramento appare un po'come una forzatura.e comunque fa continuo riferimento alla speranza che cantano i tre messicani alla fine,con i bambini che a loro si mescolano e salutano sorridenti e inconsapevoli.
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