Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Stavolta la fuga di Salvatores è a ovest in quel Messico tutto mare,tramonti e nuvole che fa tanto cartolina da spedire per far morire di invidia gli amici.Ma se in Mediterraneo la coralità assicurava un minimo di piacevolezza qui il filmetto si rivela essere solo una lunga sequela (e per giunta sgangherata) di luoghi comuni.Mancano solo la siesta e i sombreri.Come in un gioco dell'oca ad ogni tappa troviamo i volti già noti di molto cinema di Salvatores(e alcuni di questi personaggi sono proprio pleonastici) mentre i duetti tra Abatantuono e Bisio assicurano molto meno divertimento di quanto avessi preventivato,data la mia stima per i due figuri.Sarà forse la presenza della Golino che arriva a spezzare i duetti con la simpatia che da sempre la caratterizza(la stessa simpatia garantita da un gatto che ti affonda le unghie nei marroni o dal rumore del gesso fatto strisciare sulla lavagna),oppure le gesta donchisciottesche in cui i tre si gettano a capofitto.Andando a sbattere col grugno sui mulini a vento.Inoltre è meglio lasciar perdere le voragini della sceneggiatura(perchè il poliziotto è così attaccato al personaggio di Abatantuono che scappa in Messico e spende tranquillamente soldi con la carta di credito?) e anche discorsi tra il politico e l'esistenziale(il borghesuccio che deve cambiare totalmente vita,la disquisizione tra turista e viaggiatore e altre amenità del genere).Questi personaggi in fuga non appassionano,il loro Mexican Dream neanche e il finale con annessa vacanza al gabbio sembra avere valenza simbolica.Le fughe sono finite.Puerto Escondido è una brutta copia del cinema di Salvatores.Il guaio è che è firmato dall'autore originale...
regia sgangherata come il film
sotto tono
sempre fatalmente uguale a se stessa
non trascendentale
insomma
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