Regia di Stuart Gordon vedi scheda film
Al centro della storia di From Beyond, così come nel precedente Re-Animator, c'è la voglia di conoscenza di uno scienziato che si trasforma in ossessione. Questa volta Gordon sceglie di far iniziare il film con il raggiungimento dell’esperimento a cui il dottor Pretorius aveva dedicato la sua esistenza ovvero accedere ad una dimensione parallela in cui i sensi vengono estremizzati grazie ad un “terzo occhio”, qui però sono presenti delle strane e pericolose creature.
In seguito al successo, Pretorius rimarrà ammaliato dalla sua invenzione facendosi dunque risucchiare nella nuova dimensione. Il suo assistente Crawford, una psicologa e il sergente Buford indagheranno sull’accaduto.
Al suo secondo lavoro, Gordon ricalca i temi della sua opera precedente ma li mette in scena da un punto di vista diverso. Se in Re-Animator noi tendevamo ad immedesimarci nello scienziato ossessionato, questa volta empatizziamo con chi combatte lo scienziato.
Gordon gira intorno alla debolezza dell’uomo nel momento in cui ha difronte la possibilità di un briciolo di potere, come in questo caso l’accesso ad un qualcosa che va oltre l’umana conoscenza.
Esemplare è il personaggio della psicologa Katherine McMichaels, che è sottoposta ad una vera trasformazione all’interno del film.
Se inizialmente la si vede come una dottoressa autorevole, decisa ad affrontare il caso con professionalità, nel momento in cui tocca con mano la grandezza dell’esperimento, inizia ad essere cinica, ossessionata proprio come Pretorius. Ma il suo obiettivo è cambiato non è più risolvere il caso, lei ha voglia di conoscenza. Quando Crawford la sorprende ad attivare il risuonatore elettronico lei dice “ Voglio sapere di più”,detto ciò inizia a sedurlo. Al momento della sua prima apparizione, nessuno si sarebbe aspettato un atteggiamento simile, anche il suo aspetto è diverso, i suoi capelli non sono più legati, non ha più gli occhiali ma ha il rossetto, successivamente arriverà anche a toccare un dormiente Crowford mentre non indossa altro che un intimo seducente.
Questi momenti di follia sono alternati a rari istanti dove lei ammette di aver sbagliato, dice piangendo di non riconoscersi e sembra essere realmente ritornata in se stessa, ma non fa altro che fingere, ingannando con facilità i due uomini. Procede verso il suo obiettivo e quando causa la morte del sergente e mette in grave pericolo Crawford inizia a ridere istericamente conscia di ciò che è diventata.
Crawford, interpretato da un grande Jeffrey Combs, rientra perfettamente nella poetica di Gordon, anch’egli è affascinato dalla conoscenza ma allo stesso tempo ne comprende la pericolosità. Lui è protagonista di una sequenza fondamentale, in cui mangia avidamente un cervello umano. Inizierà a mordere chiunque gli passi davanti e a succhiare gli occhi e il cervello delle dottoresse.
E’ conscio di ciò che è giusto o sbagliato ma non riesce a fermarsi, le sue azioni sono controllate esclusivamente dall’istinto, dall’ossessione della conoscenza a cui consegue il potere.
La narrazione scorre fluida, la regia di Gordon è sempre posata, anche quando mette in scena personaggi schizzati in situazioni folli. Meravigliose sono le trasformazioni del dottor Pretorius, che cambia aspetto in ogni scena, merito ovviamente degli effetti speciali impeccabili nonostante il bassissimo budget, le musiche di Richard Band, che lavorerà più volte con Gordon, sono in pieno stile anni 80, riescono a rendere ancor più caotici i momenti di confusione e mantengono la tensione in ogni sequenza. La fotografia va di pari passo con la regia mantenendo dei toni neutri, ma nei momenti di climax vi è un’ esplosione di colori che rende l’atmosfera ancora più surreale.
Nella parte conclusiva il ritmo impazzisce in un susseguirsi di colpi di scena, il finale rimane sospeso, non dando risposte. L’ultimo primo piano sulla psicologa vi inquieterà non poco.
From Beyond è un grande film, tra i migliori di Stuart Gordon, chi si avvicina a questo prodotto pensando di trovarsi davanti un qualunque film di serie b perderà tutte le molteplici vie di lettura. Un tassello importantissimo per comprendere la poetica di uno dei più grandi registi horror degli anni ‘80.
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