Regia di Carmine Gallone vedi scheda film
Un tassista con la passione del bel canto trova un bambino di pochi mesi nella sua vettura e pensa sia figlio di una sua cliente; rintraccia la giovane, che però nega di essere la madre del piccolo. Dopo una serie di traversie, l'uomo riesce a trovare comunque una coppia a cui affidare il pargolo.
Da un regista melomane come Carmine Gallone non ci si poteva che attendere una pellicola del genere: Taxi di notte è un'incursione nel protomusicarello, nel melodramma stilizzato basato su una flebile storia sentimentale, privo degli elementi controversi o semplicemente più spigolosi del genere melodrammatico, ma già foriero di una certa propensione alla risata facile, alla sdrammatizzazione delle quotidiane pene piccole e grandi di personaggi comuni, che attraverserà il cinema nostrano nei successivi decenni passando dal neorealismo rosa alla commedia all'italiana. Musica, appunto, si diceva: il protagonista è Beniamino Gigli, che per essere a tutti gli effetti un tassista dispone di un'ugola raffinata e non lesina le sue qualità in pubblico; si appoggia sulle sue spalle l'intera sceneggiatura di Aldo De Benedetti, curiosamente tratta da un fatto di cronaca: come fonte viene citato sui titoli di testa il giornalista Bruno D'Agostini autore dell'articolo da cui è preso il nucleo della trama. Nel cast compaiono anche Danielle Godet, Carlo Ninchi, Virginia Belmont, Philippe Lemaire, Aroldo Tieri e Franco Coop; come suggerito dai cognomi appena citati, trattasi di una coproduzione italofrancese. La verve è quella giusta, al netto di una storiella striminzita narrata con toni fin troppo leggeri. 3,5/10.
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