Regia di David Seltzer vedi scheda film
Film a due facce: una ampiamente sufficiente, l'altra deludente al limite del grottesco (o del dilettantesco).
Comincio da quest'ultima: la "storia d'amore". Incredibilmente fiacca. Già non si capisce perchè i due si innamorino, ma passi. Ma ogni volta che Douglas e la Griffith appaiono insieme, non si sa se sbadigliare (il più delle volte, unico momento riuscito il primo incontro tra i due) o sbellicarsi dalle risa (l'"addio" all'aeroporto, che mi agghiaccia pensare voglia essere una maldestrissima citazione di Casablanca). Una delle "love story" più bolse della storia del cinema e, va detto, all'80% per colpa di un Michael Douglas che da costantemente l'impressione di: 1) stare per mettersi a ridere della faccia seriosa che il personaggio gli impone 2) non vedere l'ora che la ripresa sia finita per farsi un whisky.
Altra nota di demerito: il doppiaggio italiano della voce della Griffith "invecchiata", pateticamente inefficace, anzi poco credibile.
Ciò che funziona: la parte "tedesca".
Funziona e come, anche se sul tema "in casa del nemico" si è visto anche di meglio.
Però, sarà anche per merito della Griffith che da sola rende enormemente meglio, sarà per un Liam Neeson che con due sguardi illumina lo schermo e comunica perfino innamoramento incipiente in un modo che Douglas non se lo sogna in mezz'ora di riprese e primi piani, sarà per le buone prove di alcuni personaggi secondari ma non troppo (il grande Gielgud, l'efficace Joely Richardson) la vicenda berlinese cattura.
Cattura tra nazisti cattivi che sembrano buoni e nazisti cattivi che sembrano cattivi, bombardamenti ed alta società del Terzo Reich.
Cattura fino al momento del gran finale, decisamente banale e poi incredibilmente mieloso e familistico. Ma nel finale, guarda caso, rientra in scena Douglas. Purtroppo.
Inizio accettabile tranne per la relazione tra i due protagonisti, decisamente buona la parte nella Berlino nazista, finale melenso.
La storia d'amore. O la si rende MOLTO più efficace o la si toglie. Così, fa ridere o sbadigliare.
Altalenante. Ringrazi la Griffith e Neeson che tengono in piedi il film.
Una delle sue prove peggiori (e non solo delle sue ...).
Più che sufficiente, se l'"amato" non ci si mette di mezzo.
Un grande è sempre un grande e lo fa notare anche se ha una parte ridotta.
Poco più che un cameo, tutto sommato abbastanza sprecato. Comunque, c'è.
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