Regia di James Cruze vedi scheda film
'I pionieri' narra il monumentale esodo di carovane che, tra mille insidie, partirono dall'odierna Kansas City (ma non viene specificata quale delle due omonime città, una nel Missouri e l'altra nel Kansas), nel pieno centro del paese, praticamente equidistante dai due oceani, per raggiungere l'Oregon.
'The Covered Wagon', titolo originale del film, diretto dal prolificissimo James Cruze, merita di essere ricordato più che per le sue qualità filmiche per altri fattori: prima di tutto, esso fece da apripista per un genere che, seppure 'The Great Train Robbery' - cortometraggio di Edwin Stanton Porter del 1903 che ha il grande merito di costituire la prima storia a sfondo western con uno sviluppo narrativo - fosse di vent'anni prima, non aveva ancora ottenuto i favori del grande pubblico ma che, da questo momento, grazie al suo successo, contribuì ad un incremento esponenziale a livello di film prodotti; in secondo luogo, la trama, costruita sul tema dagli echi biblici del viaggio in territori sconfinati e sconosciuti di un numero elevato di persone, fa da modello, con i successivi 'Fighting Caravans' e 'Il grande sentiero', girati all'inizio della decade successiva, a una delle correnti del genere che tanti grandi film partorirà in futuro, si pensi a 'La carovana dei mormoni', a 'Donne verso l'ignoto' o 'Il grande cielo' e 'La conquista del West', tanto per citare i più famosi nonché i più belli.
Venendo all'analisi del film in sé, bisogna dire che dimostra tutti i suoi anni e, se paragonato al quasi coetaneo 'Il cavallo d'acciao' di John Ford, perde irrimediabilmente il confronto: sebbene duri un'ora meno circa risente di grossi problemi a livello narrativo, le imponenti scene di massa sono alcune ben congegnate, con un taglio realistico, come ad esempio quella dell'attraversamento del fiume Platte, ma altre, più movimentate, come l'attacco dei nativi che si conclude con il primo dei tanti 'Arrivano i nostri' con cui la Cavalleria leva dagli impicci i coloni, sono rese in maniera assai confusa ed infine la recitazione è quella tipicamente concitata e pomposa del muto, nonostante il grande uso di didascalie. Tra i pregi va sottolineata la delineazione dei pellerossa come coloro che subiscono gli effetti del progresso, in una divertente scena dove definiscono con il loro linguaggio colorito l'aratro un'arma 'mostruosa': questo elemento non troverà altri riscontri per molto tempo e gli abitanti originari delle praterie e degli altipiani verranno visti unicamente come dei selvaggi assetati di sangue.
Voto: 6 (visto in v.o. su YouTube).
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