Regia di Adriano Celentano vedi scheda film
Mi ero illuso che questo film di Celentano potesse elevarsi dalla pochezza dei trashioni che realizzò in seguito ma mi sbagliavo, oltretutto ho assistito alla versione "restaurata" del 2008 che invece di migliorarlo lo ha anche peggiorato, come Lucas che ritocca la trilogia originale di Star Wars rovinandola ma almeno quei film erano belli mentre questo è un cesso sbeccato che se non stai attento ti sega una chiappa per quanto è fastidioso.
La scheda di Film TV lo etichetta come commedia ma non lo è perchè l'umorismo è assente se non quando Celentano si ride addosso appiccicando una battuta del tipo"non bevo mai prima di cagare" a seguito di atteggiamenti seriosi.
Sarà drammatico allora! Neanche, è più giusto dire che cerca di esserlo trattando temi come la violenza sessuale, l'inquinamento, la povertà ma con una superficialità e un tono ibrido che non causa certo commozione, ne tanto meno riflessione.
Allora è un musical visto che ha preso il premio per la miglior colonna sonora italiana del 1975, no-No e poi NO!
I musical sono altra cosa: ci vuole una overture che spesso racchiude un insieme di frasi musicali che poi comporranno e rifiniranno il racconto, ci sono ritornelli ad effetto che caratterizzano scene e personaggi, ci sono canzoni che identificano i personaggi, ci sono melodie che si integrano con il movimento degli attori nei frames e l'iserimento dei brani non può essere casuale fra i blocchi narrativi ma immesso per rallentare o velocizzare il racconto e alla fine per concluderlo.
Qui è tutto fatto a cazzo, all'opposto del mio presupposto, i brani sono degli ammennicoli che sbucano all'improvviso e non sono mai contestualizzati, il protagonista in pratica non canta mai se non il refrain Yuppi Du.....te sei sprecato Adriano. Canta Santercole una piacevole melodia di tre accordi tre ma da qui ad incoronare questo lavoro come una grande colonna sonora ce ne passa, fra le altre cose il film è in italiano e cantato in inglese......altro pastrocchio che crea confusione.
Ma allora cos'è Yuppi Du? Risposta facile! E' Celentano con il suo egocentrismo all'ennesima potenza.
Lo ha scritto e si vede che non sa scrivere tanto che la prima parte è di una confusione narrativa sconvolgente, al limite del demenziale, nel senso che sembra l'abbia scritta uno che non sta bene di testa, meno male che il racconto si fa un pò più lineare nel secondo tempo, ma per farvi capire quanto sia scarsa la sceneggiatura di questo film vi invito a capire il mestiere del protagonista Felice della Pietà: molti dicono pescatore, alcuni gondoliere, altri operaio a Marghera ma forse in definitiva Celentano voleva inquadrare il suo ruolo semplicemente come quello di un poveraccio.
Celentano è poi regista e fin quando c'è da riprendere un attore che spenna una chitarra in un inquadratura fissa siam tutti bravi ma nel momento in cui c'è da movimentare la scena o la m.d.p. cominciano i limiti e i problemi per non parlare poi del terzo atto del suo lavoro di realizzatore che consiste nell'assemblaggio e soprattutto nella scelta degli effetti: ci sono split screen e sovrapposizioni che fanno impallidire Ed Wood, slow motion rallentati fino alle soglie del fermo immagine così inutili e inappropriati che in confronto quelli orrendi nel Tarzan di Derek sono le comiche velocizzate.
L'attore Celentano è sempre il solito, sgambetta e occhieggia allo stesso modo come in quasi tutti i film da lui realizzati ed è un peccato perchè doti e carisma le ha ma non ha per niente il senso della misura e dell'equilibrio.
Si salva qualche inquadratura di Venezia e della palude circostante e un'ottica grigia e tenebrosa della metropoli milanese ma per gran parte il film è condito di sequenze sbadiglievoli e di cattivo gusto prima fra tutte quella in cui la Mori incotra Scogliamillo e Napoleone nella piazzetta affollata e seduti al bar Tre caffè cominciano a giocherellare con le sigarette: lo spezzettamento snervante del montaggio e il restauro condito da immagini digitali in split screen e dissolvenza che scavano un solco con quelle girate in originale mettono a serio repentaglio i neuroni dello spettatore che subisce il colpo di grazia con il ridicolo balletto messo in scena con pessima coreografia in cui spicca il maestro del molleggiato Jack La Cayenne.
Cosa aggiungere di più a questo mio commento che non ho già posto sotto la lente di ingrandimento?
Si una cosa c'è: nella trama Celentano si è risposato con la Mori ma è ossessionato dal ricordo della Rampling presunta suicida, beh io fra le due mi prendo tutta la vita la Mori che è una gran bella moracchiona con delle belle curve e un bellissimo viso, nessuna di queste cose la riscontro in Charlotte Rampling e fra le altre cose come attrice non è neanche il massimo e infatti nella vita reale il molleggiato si è accasato con la Mori.....almeno in questo ha avuto buon gusto.
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