Espandi menu
cerca
Yuppi du

Regia di Adriano Celentano vedi scheda film

Recensioni

L'autore

AndrewTelevision01

AndrewTelevision01

Iscritto dal 18 settembre 2016 Vai al suo profilo
  • Seguaci 15
  • Post 6
  • Recensioni 320
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Yuppi du

di AndrewTelevision01
8 stelle

F: Chi lo può sapere meglio di un povero cosa sono i soldi?

S: E' la più bella frase di questa storia.

F: Ma va? Non lo so.. voi cosa ne dite?

(Applausi)

Claudia Mori, Adriano Celentano

Yuppi du (1975): Claudia Mori, Adriano Celentano

Felice Della Pietà (Adriano Celentano) è un uomo economicamente messo male. Egli si è sposato due volte: la prima con Silvia Della Noce (Charlotte Rampling), suicidatasi, per ragioni a lui sconosciute, in un fiume, e la seconda con Adelaide (Claudia Mori), una rispettabile donna. Poco prima della scomparsa di Silvia, dal rapporto tra quest'ultima e Felice è nata Monica (Rosita Celentano). Nonostante si sia risposato, Felice si sente in dovere di andare sempre nel luogo in cui Silvia si è suicidata (il fiume, ricordo), per raccontarle della continuità della sua vita. Proprio in uno di questi giorni, esattamente sei anni dopo la sua scomparsa, Felice scopre che Silvia è viva, che ha finto la sua morte perché annoiata della vita che stava conducendo con Felice, ma che è tornata perché sentiva la mancanza dell'amore tra lei e Felice. A primo impatto, quest'ultimo pensa che sia stata soltanto un'apparizione, ma dopo aver visto ad occhi aperti, riflette bene e decide di allontanarsi da Adelaide per rivivere una nuova esperienza d'amore con Silvia (che, tra l'altro, si fa notare da tutti i compaesani, quali ovviamente la ritenevano morta da sei anni). Dopo un lungo ed interminabile stacchetto musicale, Felice comincia a trascorrere del tempo con Silvia, ma cominciando ad esserci contrasti tra di loro sulla questione della figlia Monaca, e non sapendo più cosa fare, Felice decide di ospitare Silvia in casa di Napoleone (Gino Santercole), amico d'infanzia di Felice. Dopo aver riflettuto a pieno, Silvia capisce che è meglio lasciarsi il passato alle spalle e continuare la sua vita: vuole trasferirsi a Milano e Felice, per non soffrire ancor di più, decide di lasciarle una foto di Monica; proprio alla stazione di partenza per Milano, i due si dicono addio. Ci rendiamo conto che in realtà lei non se ne è mai andata, poiché resosi conto di non poter dimenticare facilmente l'amore e l'affetto che provava per Felice. Silvia, perciò torna in casa di quest'ultimo, accolta dall'abbandono di Adelaide (di cui si intuisce abbia portato con sè Adelaide, ma non è così), tradita ed estremamente delusa dalla fiducia del marito. Dopo un'interpretazione musicale, col sottofondo della canzone "Yuppi Du", Felice riassume la felicità con la moglie, ma non passano neanche dieci minuti e già lei è pronta per ripartire a Milano, con Monica. Purtroppo, solo dopo sei mesi Felice si accorge che la figlia si trova a Milano e decide di raggiungerla, con quei pochi soldi che ha. Si ritrova a parlare con l'amante di Silvia (Domenico Seren Gay) e dopo varie strategie, Felice utilizza la stessa logica di mercato dell'amante di Silvia, quale si contraddice più volte. Morale della favola? Dopo aver contrattato sul peso della bambina, Felice paga 45 milioni all'amante di Silvia e durante il viaggio di ritorno, immaginandosi Silvia davanti a lui stesso, ammette di non riconoscere più il significato dell'amore.

Charlotte Rampling, Adriano Celentano

Yuppi du (1975): Charlotte Rampling, Adriano Celentano

Vincitore nel 1976 del Nastro D'Argento alla migliore musica, censuratissimo da sempre in tutta Italia, soprattutto nelle reti Mediaset, criticato aspramente da molti critici, sottovalutato per i suoi simbolismi e le sue stranezze, ed etichettato come "commedia" e/o "musical" (appunto per le canzoni omonime di Celentano), questo film riserva dei lati drammatici da parte di Celentano, di cui ancora non avevo avuto (fino ad oggi) l'interesse di voler notare, anche se avevo già intravisto un ruolo serio in "Er Più - Storia D'Amore e Di Coltello" (anche se non ho molto apprezzato l'accento romano di Celentano, che rendeva il suo personaggio a tratti divertente). Modestamente parlando, Celentano non ha realizzato un granché a livello di montaggio: in certe scene vi sono dei dialoghi senza labbiale, in alcune vengono inserite musiche non adatte al contesto e ciascune di queste (raramente, si intende), vengono persino sottolineate per assenza di audio, ma in altre devo ammettere che ha montato, in maniera perlopiù discreta, certe inquadrature. E la regia, sempre diretta da Celentano? Che dire: non è un granché, ma è passabile poiché non l'ho trovato così orribile come in molti dicono. A parer mio, una scena lunghissima è quella dell'incontro tra Silvia e Adelaide: per descrivere la scena, Celentano inserisce fin troppi riferimenti western, e (nella versione restaurata) vengono inserite musiche elettroniche assolutamente non adatte al contesto, che rendono troppo lungo e (quasi) noioso un incontro che dovrebbe interessare (N.B: Vengono inserite musiche rock a palla: alcune delle quali che citano le note di alcuni canzoni di Celentano). La storia è molto lenta, ma nella sua lentezza vengono inseriti certi elementi che, nonostante la presenza di molti difetti, ci fa capire che questo è un film d'autore; non sto scherzando. Seppur accompagnato da una comicità spicciola, il ruolo di Celentano in questo film riesce ad essere un "tantinello" superiore rispetto ad altri film in cui ha partecipato: ciò ce lo fa capire il dramma che ha per la moglie, per la disperazione che ha riguardo quest'ultima, ma soprattutto per un rancore, che viene sostituito da un'altra faccia di Felice, quella più debole. Un aspetto del ruolo di Celentano, che mi è piaciuto particolarmente, è la rabbia provata durante una scena in cui Felice ricorda delle vecchie glorie di Napoleone, sfottuto completamente da Felice per la sua disabilità, ma conosciuto per le sue grandi gesta. E' un film anche molto strano, perché esso contiene vari simbolismi che non sono da tipica commedia drammatica all'italiana, anzi.. come se Celentano e gli altri due sceneggiatori della pellicola si fossero ispirati a film cult, o soltanto per fare alcuni riferimenti: questo per dirvi che tutto ciò mi ha incredibilmente affascinato.  

Nonostante fossi preso dai pregiudizi, ho tranquillamente guardato la pellicola, riuscendo a farmela piacere.

Un 8 a pieno: son rimasto veramente stupito e shockato.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati