Regia di Adriano Celentano vedi scheda film
Anni Settanta. Cinema. Adriano Celentano. Tre universi di significato differenti che si sono incontrati, piaciuti, sposati in un progetto: “Yuppi Du”. Anni Settanta. Cinema. Adriano Celentano. Tre modi diversi di dire spettacolo, di affermare voglia di nuovo, di scuotere un mondo statico, forse ingiusto.
Siamo stati umani prima che persone, siamo stati istinto prima che intelletto. Troppe volte ce ne dimentichiamo. E’ questo il rimprovero di Celentano, è la consapevolezza che tornare a credere in quell’amore capace di parlare attraverso gli occhi sia progresso, civile e sociale.
La trama diventa solo pretesto, dunque, per dar parola a gesti e movenze di un mondo, quel mondo, vivo di un niente che sazia, un niente che profuma di tutto.
Il sentimento diventa vestito per lo straccione, casa per il senzatetto, denaro per lo squattrinato. La felicità non è uno stile di vita, è un modo d’essere e quella lacrima versata è di chi, incredulo, si trova ricco ma infelice. La strada è tracciata, spetta a noi decidere se seguirla o meno.
Celentano parla, attraverso colori acidi e musiche disco, di chi ancora trova il modo di ascoltare il silenzio, di parlare con esso e di trovare tra le pieghe del suo nulla risposte a noi incomprensibili. Parla di un mondo lontano che forse nemmeno esiste o che forse è talmente vicino a quello che siamo che nemmeno riusciamo più a riconoscerlo. E’ un cinema, il suo, figlio di tutte quelle frange mediatiche che ci hanno accompagnato fino ad oggi. E’ il videoclip, la commedia, il dramma, è il paradosso di costruire un film su quello che saremmo attraverso canali che sono i diretti responsabili di quello che siamo.
Lucido ed eclettico, Celentano firma un film legittimamente figlio di quegli anni Settanta che tanto hanno saputo regalare al cinema di ieri e di oggi. Un montaggio a tratti serrato ed una fotografia onirica nei colori e nelle forme, accompagnano una pellicola che vuole essere spettacolo e divertimento, riflessione e spauracchio.
Siamo ormai vittime di un sistema che ci priva di amore e sensibilità? E’ possibile tornare ad essere felici di un niente? Rimbombano, le domande rimbombano nella testa. Celentano ha colpito ancora.
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