Regia di Adriano Celentano vedi scheda film
Celentano mette in scena Celentano e rende al suo massimo. Ispiratissimo, riesce a tirare fuori da una storia non originalissima nè dettagliatissima un surreale collage di farneticanti scenette, dialoghi squinternati, situazioni e personaggi grotteschi, condendo il tutto con un montaggio frenetico e visionario. Certo, c'è il limite del buonismo pro-famiglia, ecologista, dei buoni sentimenti ad ogni costo, del manicheismo che ingabbia la realtà in facili contrapposizioni. Ma c'è un cast discreto che affianca un Celentano in stato di grazia, la cui regia qui appare, nel suo essere sconnessa, delirante, cialtrona e vantarsene, più che mai ispirata; c'è anche una bella ambientazione ed un tocco di ironia che aiuta a sdrammatizzare e a non prendersi troppo sul serio.
Il povero ma tutto cuore Felice, rimasto vedovo con figlioletta a carico, si risposa. Ricompare quindi la prima moglie, raccontando che era semplicemente fuggita cercando il benessere altrove. Lui crede di amarla ancora, ma si sbaglia; quindi le vende la figlioletta a peso e la lascia.
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