Regia di Roman Polanski vedi scheda film
La gente dice che il genere western è ormai tramontato ma ce n'è uno che è seppellito per motivi commerciali e di interesse popolare: i pirati.
Polaski si azzarda a contaminare con la comicità e punta tutto su un veterano come Matthaw, il risultato è un grande Matthaw sprecato in un film pessimo e noiosisissimo.
Una produzione per cui hanno speso parecchio per i parrucconi boccolati e i costumi vellutati ma dieci minuti di orologio per la sceneggiatura e infatti la storia latita, ci sono solo siparietti dimenticabili e poco divertenti fra il protagonista e lo Spugna della situazione che non è un gran personaggio ma ha comunque una agghiacciante storia d'amore con la bella di turno che ha le fattezze della esotica Charlotte Lewis, la ragazza con quel viso da sol levante c'entra come un manifesto puntato su un albero con su scritto Marlboro in un film sulle crociate, la sua fisionomia stride con il circondario in pellicola ed oltre tutto la ragazza è tanto bella quanto incapace di far finta di dormire a ciak avvenuto, il trucco e parrucco le danno poi la mazzata finale tanto che scomparirà dai radar delle parti dalle parti di Los Angeles, almeno per le grosse produzioni, l'altro mattone che si ricorda con la bella Charlotte è il coevo a livello di mostruosità filmica "Il bambino d'oro" dove quanto meno non era in crinoline su un tre alberi dalle parti di Norwich.
Il grande Roman Polanski questa volta gira col piede destro, dirige col sinistro, si scappera con la macchina da presa e regge una canna con la mano destra realizzando il suo film peggiore, fuori tempo massimo e giustamente snobbato.
Il fatto che si intitola Pirati certifica due cose: che non hanno avuto neanche la voglia di trovargli un titolo originale e che sto aborto è la pietra tombale al genere.
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