Regia di Dario Argento vedi scheda film
Ci si aspettava molto di più dal Darione nazionale.
Qualche giorno fa, rovistando tra libri e dvd, ho trovato due film del Darione nazionale, "Phenomena" e quest' "Opera". Nonostante siano due pellicole diverse vorrei, un'attimo, confrontarle per dimostrare come un successo possa avere una caduta molto precoce. Dario Argento è un grande, su questo nessuno ci mette mano, ma bisogna comunque ammettere delle cadute di stile presentategli durante la sua carriera da regista: "Opera" è proprio una di queste se non la prima, forse. Se "Phenomena" (film che ho adorato, soprattutto per la messa in scena) è una perla della cinematografia del regista, così come i primi successi cinematografici (la trilogia degli animali e "le Tre Madri"), "Opera" presenta un ostacolo ornato di una sceneggiatura fiacca, priva di qualcosa di effettivamente interessante o innovativo. Certo: dei film di Argento non potremmo lamentarci della tensione che essi possono dare ma il ritmo, discontinuo e a (pochi) tratti noioso, non da lo stesso impatto di un altro suo film, precedente o successivo che sia. Vogliamo parlare del simpatico e non fastidioso rapporto, o meglio, contrasto tra opera ed heavy metal? Non ricordo ora se il regista aveva già accennato di questo particolare in qualche suo precedente film (anche se in "Phenomena" alcuni momenti ne confermavano la presenza) ma ciò potrebbe far dubitare di una certa forma di aggressività, ricondotta nel genere (genere, tra l'altro che da anni, come molti, viene giudicato per vari motivi, tra cui l'atmosfera) e quindi espressa in esso, come voler rappresentare la musica metal per chissà quale "peccato". Però questa è un'impressione, ovviamente: impressione che non vuole tanto infangare la credibilità del film, a malapena esistente di suo. Come di consueto persino i personaggi, protagonisti e non, non sono credibili o perlomeno memorabili nelle loro intenzioni: la musica è un pretesto per farli intervenire in qualsiasi momento, in qualsiasi istante. Inoltre pare, ad un certo punto, che la regia tenda a discostarsi dall'argomento prettamente originario del film (l'opera stessa), andando giustamente a rispecchiare il "tipico" giallo alla Argento che però come già detto ha, un questo caso, toppato alla grande. Tuttavia, il film non è proprio tutto da buttare: la regia, piena di virtuosismi sperimentali, rende frenetico il ritmo di certe scene (anche le meno salvabili). Persino i primi piani verso i corvi, animale che rispecchia le intenzioni dell'opera, danno quella visione tetra e riconoscibile. Gran lavoro, anche, le scenografie, di impatto visivamente apprezzabili e a tratti magnifiche.
Un'occasione sprecata.
5.
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