Regia di Dario Argento vedi scheda film
Dicono che il Macbeth di Verdi porti male: alla vigilia della prima, la cantante primadonna viene investita da un'auto. Sostituita al volo con una giovane interprete, l'opera è comunque un successo. Peccato però che attorno alla ragazza si scateni una scia di efferati omicidii.
Argentiano all'ennesima potenza, Opera è un buono sfoggio delle capacità del regista romano: violenza sottile, nevrosi di fondo, un serial killer sanguinolento che agisce a tempo di rock; da non sottovalutare poi l'elemento irrazionale rappresentato dagli animali - in questo caso i corvi. Mancano - se si vuole proprio notare - i nomi di rilievo nel cast, che però non è affatto assemblato male: Cristina Marsillach, Daria Nicolodi (moglie del regista), Urbano Barberini, Ian Charleson, Coralina Cataldi Tassoni, Barbara Cupisti e un piccolo ruolo anche per il divetto dei fotoromanzi Sebastiano Somma. Impressiona maggiormente, a questo punto, il nome di Bill Wyman, bassista storico dei Rolling Stones, impegnato nella colonna sonora (insieme al gruppo heavy metal degli Steel grave e a Claudio Simonetti); come è noto, Wyman aveva già prestato un paio di suoi brani per il precedente lavoro di Argento, Phenomena (1985). La trama è sufficientemente coesa, caratteristica non da poco per i film di Argento, che scrive la sceneggiatura in team con Franco Ferrini - esattamente la coppia autrice anche del copione di Phenomena; il ritmo è discreto e la tensione si avverte con chiarezza quando serve: dietro la macchina da presa il comando è sempre saldo. Inizia un lungo periodo di silenzio per il regista, che da qui al prossimo lungometraggio (Trauma, 1993) lascerà trascorrere ben sei anni, intervallati solamente dal mediometraggio Il gatto nero, per il film Due occhi diabolici (1990). 5/10.
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