Regia di Dario Argento vedi scheda film
La cantante lirica Mara Cechova viene investita da un'automobile e, per sostituirla alla prima del Macbeth, il regista Mark (Ian Charleson) sceglie di far debuttare la giovanissima riserva Betty (Cristina Marsillach), la quale, talentuosissima ma timorosa, deve essere incoraggiata anche dalla sua agente Mira (Daria Nicolodi) per accettare il ruolo.
L'opera riceve giudizi benevoli per la giovane esordiente e negativi per il regista, accusandone la scelta estemporanea di aver voluto usare veri corvi in scena. Nessuna parola sulla maschera assassinata a teatro proprio durante l'opera, ma tant'è, visto che la cronaca nera avrà comunque di che parlare: le persone vicine a Betty vengono uccise una per volta proprio sotto i suoi occhi, costretta ad assistere alla barbarie legata e con due nastri adesivi muniti di spilli appena sotto gli occhi affinché non li chiuda. Betty si fa dare una mano dal regista Mark, con cui escogita uno strano espediente per trovare l'assassino, basandosi sulla natura vendicativa dei corvi...
Opera è un film molto discontinuo: presenta pensate notevoli, come quella degli spilli sotto gli occhi, ma anche imbarazzanti cadute nel ridicolo, frutto di una sceneggiatura che poco si preoccupa di fornire anche solo un piccolo filo logico: ecco che dunque vediamo la povera Betty fuggire da ogni luogo del delitto senza chiamare la polizia (ma perché?!), dimenticare abbastanza tranquillamente tutto l'orrore a cui ha assistito con due lacrimine e commettere altre rilevanti vaccate. L'assassino, inoltre, è assurdo, così come lo sono il movente, i dialoghi e anche il finale del film, col quale Argento rovina completamente anche quel poco di buono che aveva fatto, nonostante il suo innegabile talento registico e i suoi (eccessivi, stavolta) virtuosismi.
Si salvano le scene degli omicidi che sono particolarmente buone ed efferate, si salvano alcuni interpreti, il povero Charleson consumato dall'HIV su tutti, mentre ho trovato indifendibile la colonna sonora, costituita da un'alternanza di Macbeth verdiano, musiche dell'ex-Goblin Simonetti e canzoni hard rock di bassa lega in un paio di scene di omicidi, espediente veramente fastidioso e dozzinale, che già Argento aveva (mal)tentato nel precedente Phenomena.
Anche con tutto il bene che si può volere a Dario Argento, Opera è veramente un buco nell'acqua.
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