Pierre, musicista squattrinato, sta per diventare ricco grazie a un'eredità. Per celebrare l'avvenimento, si fa prestare dei soldi dagli amici e organizza una grande festa. Poi l'eredità va a suo cugino e allora Pierre resta solo a vagabondare in una Parigi estiva e deserta, familiarizzando con i clochard, ubriacandosi nei bar. È in uno di questi che lo raggiunge la notizia: il cugino è morto in un incidente.
Note
Primo film di Rohmer, uscito in Francia con tre anni di ritardo e in maniera quasi clandestina. È un racconto morale in cui il destino (e la musica) gioca un ruolo determinante. Un breve ruolo, quello del melomane, per Jean-Luc Godard.
Il film d'esordio di Rohmer contiene già i grandi temi del suo cinema, ma a colpire è la naturalezza della resa filmica, in piena ubbidienza ai dettami della "Nouvelle Vague", tanto che non si avverte neanche l'ombra della recitazione.
voto 6,5. Viene accarezzato il tema della solitudine della condizione umana, attraverso l'impegnativa metafora del vagabondo; tuttavia lo sfondo è lieve e quasi fiabesco, con un finale pieno di ottimismo.
Il segno del leone folgorante debutto nel cinema di Eric Rohmer nel 1959. Un pittore di livello non eccelso Pierre(J. Hahn)vive di espedienti e di piccoli prestiti, finché un giorno arriva un telegramma che gli notifica che una zia gli ha lasciato una cospicua eredità, non è vero, perché il lascito andrà ad un suo cugino. Quindi comincia a vagare in una… leggi tutto
Il destino e la sua mano pesantissima, che cala implacabile sulla frastornata testa di Pierre, generando in lui un'alternanza di stati mentali completamente opposti, dall'euforia all'incredulità e ritorno. Parabola efficace, ma non particolarmente vivace, piuttosto suggestiva, quella con cui esordisce Rohmer, entrando di diritto nel novero degli autori della Nouvelle Vague. Malinconia a… leggi tutto
Il parigino Pierre Wesserlin (Jess Hahn) riceve una raccomandata che lo informa che ha avuto una cospicua eredità da una sua vecchia zia. Decide allora di vivere oltre le sue possibilità fino a quando gli viene comunicato che la notizia è infondata. Ridotto alla vita da clochard, Pierre incontrerà di nuovo il caso, che gli consegnerà definitivamente…
Il segno del leone folgorante debutto nel cinema di Eric Rohmer nel 1959. Un pittore di livello non eccelso Pierre(J. Hahn)vive di espedienti e di piccoli prestiti, finché un giorno arriva un telegramma che gli notifica che una zia gli ha lasciato una cospicua eredità, non è vero, perché il lascito andrà ad un suo cugino. Quindi comincia a vagare in una…
Ormai lo sapete bene: i collegamenti delle taglist devono essere tematici. E quale tema più azzeccato, in questo momento, dell'estate? Caldo, quindi. E vacanze naturalmente: sole, spiagge, mare. Ma non solo: prima di…
Il destino e la sua mano pesantissima, che cala implacabile sulla frastornata testa di Pierre, generando in lui un'alternanza di stati mentali completamente opposti, dall'euforia all'incredulità e ritorno. Parabola efficace, ma non particolarmente vivace, piuttosto suggestiva, quella con cui esordisce Rohmer, entrando di diritto nel novero degli autori della Nouvelle Vague. Malinconia a…
Nel primo lungometraggio di Rohmer il caso (sia pure in forma un po’ elementare, viene tirata in ballo l’astrologia) è già il padrone assoluto della vicenda. I personaggi sono burattini senza spessore sballottati qua e là; il principale di essi è un individuo senz’arte né parte che vivacchia di espedienti non sempre legali (quando gli viene…
Interessante opera prima di Rohmer, anche se indiscutibilmente fredda e asettica. Il suo pregio maggiore è secondo me la descrizione minuziosa e realistica del lento degrado del protagonista, dalla prima notte sulla panchina fino a diventare un barbone ubriacone. Benché descriva una tragedia umana, il tono è sempre contenuto e quasi distaccato. Il lieto fine arriva, ma in un modo che il…
E'il film d'esordio di uno dei miei registi preferiti,Rohmer.Ed è parecchio diverso da quello che fara'nella sua filmografia che si estende,fortunatamente per noi fino al giorno d'oggi.Lo stile qui è molto diretto,i dialoghi non sono cosi'fitti come nella quasi totalita'dei suoi film ma si assiste impotenti al girovagare di questo omone in una Parigi estiva fatta di lungofiume,locali strapieni…
Pierre Wesselrin è un omone dal carattere orgoglioso e ruggente che, credendosi erede di una colossale fortuna, brucia in poche ore le tappe tra euforia, megalomania e delirio d’onnipotenza. Poi, quando l’illusione si sgonfia, e lui si ritrova al verde, si riduce, come una trottola impazzita, a girovagare per un città che, mentre apparentemente lo respinge, in realtà lo tiene prigioniero.…
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Commenti (4) vedi tutti
Il debutto di un grande regista dell’anima: Eric Rohmer.
leggi la recensione completa di claudio1959Il film d'esordio di Rohmer contiene già i grandi temi del suo cinema, ma a colpire è la naturalezza della resa filmica, in piena ubbidienza ai dettami della "Nouvelle Vague", tanto che non si avverte neanche l'ombra della recitazione.
commento di bubuwestVoto 7/8 Odisseo
commento di luca826voto 6,5. Viene accarezzato il tema della solitudine della condizione umana, attraverso l'impegnativa metafora del vagabondo; tuttavia lo sfondo è lieve e quasi fiabesco, con un finale pieno di ottimismo.
commento di PP