Regia di Edgar G. Ulmer vedi scheda film
In una classifica dei migliori Noir della Storia del cinema non dovrebbe mancare tra i primi dieci "Detour" di Edgar Ulmer, maestro del film a basso costo. Il fatalismo tipico del genere si fa vera poesia in una visione sconsolata del destino dell'Uomo, imprigionato in una esistenza dominata dal Caso che anticipa di parecchi decenni anche la tematica preferita del grande regista polacco Kieslowski. Le modalità espressive tipiche del B movie in questo caso funzionano a meraviglia, hanno stimolato il talento di Ulmer invece di limitarlo durante la lavorazione che durò solo sei giorni, con un budget misero e attori di secondo piano. La voce fuori campo è usata in abbondanza ma è indissociabile dall'universo Noir in cui bagnano la trama e i personaggi, fra cui il più memorabile è la donna fatale di Ann Savage che ricatta il protagonista ma sarà punita dal destino "cinico e baro". La regia è virtuosa nella sua economia di mezzi anche se il famoso piano sequenza di sei minuti nella parte finale di cui parlavano molti critici è una leggenda metropolitana, come giustamente sottoscritto nella play list di Inside Man, perché l'inquadratura più lunga supera di poco il minuto; in ogni caso, le immagini sono costruite con geometrica precisione, con un talento figurativo considerevole. Per me resta forse il capolavoro di Ulmer, il suo film piu' completo, probabilmente superiore anche al notevole "Fratelli messicani", con una menzione anche per il bravo protagonista Tom Neale nel ruolo dello sfortunato Al Roberts, un attore il cui nome oggi non dirà niente a nessuno, ma che in questa pellicola seppe apportare il giusto contributo a livello espressivo di sfiducia e disorientamento.
Voto 9/10
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