Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film
uno dei migliori film di almodovar di sempre. credo di poterlo affermare senza timore di smentirmi da me medesimo. in questo film c'è tutto il pedro che si ama. c'è il caustico scrittore di battute e dialoghi. c'è l'appassionato intenditore di melodrammori da operetta e di reclame televisive da cui moltissimi dovrebbero andare a lezione. c'è la voglia di epater le bourgeois (soprattutto il pubblico di madame che lo ama, a ragione s'intende, da tutto su mia madre)con parolacce e discorsi da cammionisti arrapati, ma c'è anche l'ammiratore del melodramma centrifugato alla massima potenza e infeltrito. perchè la storia di gloria è la storia di una casalinga, disperata ebbene si, che non ha nulla che possa rendere la propria squallida vita nella trista periferia madrilena, un pò più sopportabile senza dover per forza farsi di colla o detersivi. gloria è accompagnata da una musica malinconica con una tromba triste che sembra commentare gli ultimi passi verso la parola "fine" dell'eroe del noir di turno, ma l'accopagna alla fermata del bus per salutare la nonna e il figlio maggiore che scappano dalla città per rifugiarsi nel paesino in campagna oppure verso la farmacia per gli antidepressivi che l'hanno resa dipendente. il microcosmo della scala del condominio dove vive gloria con la famiglia è composta da altri derelitti come lei che si barcamenano come possono. certo pedro ci fa assistere a pezzi della loro vita con il sorriso, il ghigno o la risata aperta, ma è una risata che viene subito spenta dalla panoramica sulla facciata del condominio, allargando agli altri palazzi, alla superstrada a doppia corsia per senso di marcia e al pezzetto di prato spelacchiato dove la suocera si reca col nipote maggiore a cercare cose... gloria è una barchetta sola sperduta nel mare scuro e minaccioso della depressione. un marito rozzo e violento, completamente immerso nel suo passato di chauffeur di una diva tedesca, il figlio maggiore spacciatore, il minore che vende il proprio corpo fino a farsi lasciare dal dentista per pagarne il conto. la suocera che vive nella speranza di poter tornare al paese e nel frattempo vive con gloria la solita e trita lotta tra suocera e nuora, lotta in cui non ci sono perdenti e vincitori ma solo vittime di una vecchiaia lenta e di pasticche che sono comparate a droghe. carmen martinez in arte crystal scott pratica il mestiere del meretricio coltivando la falsa illusione di migrare negli stati uniti per fare fortuna, mentre la vicina del sesto che cuce i "costumi" a crystal ingaggia un'estenuante guerra con la figlia con poteri cinetici per il ricordo di un padre-marito di cui esiste solo una foto. su tutto la chiusa sul quartiere popolare. attori, ma soprattutto attrici, in stato di fenomenale grazia. su tutte CARMEN MAURA, l'unica gloria possibile, e l'unica musa possibile dei primi strabilianti capolavori del nostro.
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