Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
Ma Paolo e Francesca, quelli io me li ricordo bene....
Non sarà tra i migliori film di Matarazzo, ma si difende.
La pellicola rappresenta la celeberrima vicenda di dantesca memoria, e sottolinea il fatto di come dall'inizio sia stata storta, segnata da equivoci, errori, prepotenze e secondi fini, che hanno disturbato e reso impossibile l'amore tra i due sfortunati protagonisti: l'idea di un matrimonio alla cieca per fare la pace, la superbia e la prepotenza dello sposo, l'insensatezza dei familiari di lei che le chiedono un inutile sacrificio, la pressione del popolo, ed infine gli intrallazzi dell'astrologo di corte. Ed ecco come risultato la tragedia.
Matarazzo dirige bene e posiziona in modo interessante la macchina da presa, sicché il film si segue senza difficoltà. Va tuttavia rilevato che le scene a due degli innamorati sono un tantino stiracchiate e melense; qualche limatura qua e là ci sarebbe stata bene. Il bel volto della protagonista (Odille Versois) viene inquadrato ripetutamente con buona resa di sfumato e chiaroscuro, merito evidentemente del direttore della fotografia.
Come ambientazione, atmosfera e costumi siamo dalle parti de “La cena delle beffe” di Blasetti, solo che ha maggiore spazio la componente sentimentale.
È un'opera minore ma niente affatto disprezzabile, che testimonia il talento comunque presente in uno dei maggiori registi italiani degli anni '40 e '50, oltre che forse il re del melodramma del nostro paese.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta