Regia di Francesco De Robertis vedi scheda film
Due ragazzini si imbarcano su una nave scuola, ma la guerra imperversa e tutti i passeggeri vengono fatti scendere. In qualche modo i due giovani scapestrati riusciranno a imbarcarsi lo stesso su altre navi, causando scompiglio.
Tipica pellicola del cinema italiano dei tempi: era in atto la seconda guerra mondiale e il regime fascista ancora controllava con rigore tutto ciò che passava sul grande schermo, per cui - aggiungendo il fattore materiale della grave carenza di mezzi artistici, economici e umani - quel che si riusciva a proporre al pubblico nostrano era genericamente innocuo, a lieto fine e se possibile apertamente patriottico. Nulla di più facile per Francesco De Robertis, regista proveniente dal mondo militare (ufficiale di marina) e a suo agio con il cinema propagandistico e di guerra. Ecco perciò che De Robertis scrive e dirige gli ottanta minuti scarsi di Marinai senza stelle nello stesso 1943 in cui riesce a girare anche un altro film, cioè Uomini e cieli, ambientato nell'analogo microcosmo dell'aeronautica militare, che però vedrà la luce solo a conflitto terminato. La trama di Marinai senza stelle è di una semplicità e di una linearità che ben si adattano ai tempi; nel complesso l'opera non avrebbe lasciato grandi tracce di sè, non fosse per la partecipazione quale protagonista di un esordiente appena 13enne dal futuro decisamente luminoso. E non in campo cinematografico, bensì come giornalista, telecronista e personaggio televisivo: Tito Stagno, che qui d'altronde chiude anche la sua carriera da attore. Anche l'altro giovanissimo protagonista, Otello Venturi, si trova qui alla sua unica prova da interprete. 3/10.
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