Regia di James Ivory vedi scheda film
Probabilmente il capolavoro di James Ivory, raffinato ma un pò discontinuo regista di film in costume e adattamenti da opere letterarie (fra i suoi autori preferiti, Henry James ed Edward Morgan Forster, di cui questo era il terzo adattamento in pochi anni firmato da Ivory). Il romanzo di Forster "Howard's End" è considerato un capolavoro dalla critica letteraria e presenta una complessa trama, ambientata nell'Inghilterra di inizio '900, che ruota attorno ai legami fra due famiglie, gli Schlegel e i Wilcox, i primi appartenenti alla piccola borghesia, i secondi all'aristocrazia, e ci mostra l'ottusità di certe convenzioni sociali e la rigidità del sistema di classe, che si sarebbe progressivamente allentata nei decenni successivi. Straordinaria, in questo caso, la sensibilità della sceneggiatrice Ruth Prawer Jhabvala, vincitrice di un meritato Oscar, che è riuscita ad adattare il romanzo di Forster senza tradirne lo spirito e conferendo alla narrazione un carattere melodrammatico di forte pregnanza emotiva, senza cadere negli eccessi del feuilleton e conferendo alla tematica del conflitto di classe un rilievo di forte attualità. Tuttavia, il film non raggiungerebbe l'elevata qualità artistica che lo contraddistingue senza l'apporto dell'ampio cast, che Ivory ha saputo dirigere stavolta con mano da maestro: Emma Thompson è assolutamente ammirevole nel ruolo di Margaret Schlegel, tanto da vincere anche lei un Oscar che non fa una grinza, ed è affiancata da un Anthony Hopkins che sfodera il meglio di se stesso nel ruolo dell'antipatico patriarca della famiglia Wilcox e da una Bonham Carter che aveva raggiunto la maturità dei propri mezzi espressivi, e che raramente ritroveremo a questi livelli. Fra i caratteristi, Vanessa Redgrave fa sempre la sua ottima figura nel ruolo di Ruth, prima moglie di Henry Wilcox, e si distingue anche Samuel West nel ruolo del povero e sfortunato Leonard Bast. La rievocazione dell'epoca è molto accurata, come nei precedenti film in costume di Ivory, ma la svolta drammatica della trama è resa con un'efficacia senz'altro superiore rispetto a "Camera con vista" o "Maurice", che pure erano prodotti di buon livello. "Casa Howard" segna per molti versi l'apice delle produzioni Merchant-Ivory, ed è un peccato che in seguito il regista si sia perso per strada, fra adattamenti poco ispirati e biografie un pò convenzionali di grandi artisti o personaggi storici.
voto 9/10
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