Regia di Wolfgang Reitherman vedi scheda film
La Disney si è anche servita di una delle leggende più celebri d’Inghilterra e ovviamente la banalizza, ma il fulcro dell’animazione della casa sta tutto lì, ossia nel rendere commestibile ai bimbi ciò che non possono afferrare nei loro naturali termini. Ed allora godiamoci questa versione canora ed animalesca del mito campestre di Robin Hood, reso una volpe più presuntuosa che furba ma simpatica, sempre accompagnato da un gagliardo orso, Little John, e col supporto spirituale del tasso Fra Tac. Ama un’altra volpe, ovvero Marian, la quale è assistita dalla dama di compagna Lady Chioccia (scontato che sia una chioccia) e tiene appeso in camera il poster di Robin, eroe populista. Marian è la nipote del Principe Giovanni, leone col dito in bocca che ha fregato il trono al fratello crociato Riccardo, il quale he ha al suo soldo il consigliere strisciante Biss e l’arrogante e borioso Sceriffo di Nothingman, rispettivamente un serpente e un orso. A forza di sgarbi al malvagio usurpatore, mezzo paese finisce in galera perché non paga le elevatissime ed ingiuste tasse – c’è una scena struggente in cui gli abitanti della foresta di Sherwood sono rinchiusi in prigione e il gallo prezzemolo canta una tragica serenata – e Fra Tac viene condannato a morte. Prevedibile cartoon di seconda mano (le animazioni si rifanno a precedenti classici Disney), non privo di un suo fascino bucolico e sociale e soprattutto suggestionato dalla folle idea degli animali antropomorfizzati che suggeriscono la possibilità di una festa in maschera, come si nota nel bel Castoro su Walt Disney. Solita caciara con Wolfgang Reitherman, specialista della commedia.
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