Regia di John Huston vedi scheda film
Thriller dalla trama lineare con un unico colpo di scena telefonato. Tra gli interpreti, un Paul Newman sottotono e un James Mason scontato (stesso ruolo di molti film a fine carriera); solo Dominique Sanda si salva, non tanto per la recitazione, quanto perché il suo personaggio è il più caratterizzato. Regia grigissima di John Huston.
Non si direbbe un film di John Huston. La trama è semplice: l'agente governativo Mackintosh (Paul Newman) si infiltra in un carcere di massima sicurezza per prendere contatto con un'organizzazione criminale che, credendolo un malvivente, lo fa evadere (sotto lauto compenso) assieme a una spia che, prima di essere scoperta e catturata, lavorava per il governo di Sua Maestà e passava informazioni ai russi (siamo in piena guerra fredda). Il piano riesce, finché il capo del nostro protagonista non viene ucciso: da quel momento tutto comincia ad andare storto, e Mackintosh sarà aiutato dalla figlia del capo (Dominique Sanda) per catturare la spia e infliggere un duro colpo al controspionaggio russo. L'unico colpo di scena, che non svelerò perché è il nocciolo del film, è peraltro abbastanza telefonato.
Tra gli interpreti, un Paul Newman sottotono; il solito James Mason che recita sempre la stessa parte che gli è stata confezionata sul finire della carriera (peccato, era un attore versatile); una Dominique Sanda dolce e vendicativa, forse il personaggio meglio caratterizzato. Regia grigia, sceneggiatura con qualche bel buco. Nel complesso, un film che si può benissimo non guardare, visto che in quegli anni sono stati girati film del medesimo genere molto migliori di questo.
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