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La vita futura nel 2000 guerra o pace

Regia di William Cameron Menzies vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La vita futura nel 2000 guerra o pace

di giansnow89
9 stelle

Pietra miliare.

Il secolo di storia immaginaria dell’uomo attraversato da Things to Come non è altro che un metaforico e grandioso riassunto di tutta l’epopea umana, dalla sua alba a oggi. L’uomo è schiavo, ci suggerisce H. G. Wells, lo è sempre stato, in ogni parentesi storica, in ogni (in)civiltà, in ogni situazione, in pace e in guerra, nel benessere e nella povertà. Non c’è poi molta differenza tra l’essere schiavo di un tiranno o l’essere schiavo della società, di un modo di vivere, di un dover essere, della necessità del progresso. Queste schiavitù, queste costrizioni hanno il minimo comun denominatore dell’inconsapevolezza. L’uomo non sa di essere impastoiato, altrimenti si ribellerebbe, dando luogo a un rivolgimento dello status quo, e conducendo, a lungo andare, a un altro tipo di schiavitù. Cabal, che plana su Everytown qual virtù celeste sul suo avveniristico velivolo portando sconcerto e scompiglio nella popolazione e recando i suoi ambigui doni di pace e di scienza, è in fondo una tentazione mascherata da voce della coscienza. Una (falsa) pace e una (falsa) conoscenza, son quanto si picca di poter dispensare al mondo, con gran superbia. Non troppo diversamente dal signore della guerra Rudolph, solo in modo molto più sotterraneo ed allettante. Dove mai sta il bene? Dove sta il male? Dove la giustizia, dove l’iniquità? E’ facile perdersi, tanto fra le macerie di Everytown quanto fra le sue titaniche torri di latta. Il brutto grugno carico di bramosia di sapere dello scienziato non è forse lo stesso del despota disposto a sacrificare tutto e tutti pur di vincere una battaglia? Nel mondo di Wells c’è spazio solo per un perpetuo ed affannoso agire, privo del bene di una finalità, colmo di una necessità impellente senza la quale decadrebbe il senso dell’esistere.

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