Regia di William Cameron Menzies vedi scheda film
33 TFF
Un secolo in bianco e nero girato nella Londra del '36 per arrivare, attraverso una serie di eventi, fino al futuro remoto del 2036.
In programma al TFF in lingua originale, purtroppo non sottotitolata in alcune sequenze, rivela fin dalle prime battute la distopica profezia dello scoppio della seconda guerra mondiale mancata per un solo anno 1940 anziché '39). Ripreso dal libro di H. G. Wells, presenta il capovolgimento della situazione della borghesia benestante che, nel corso del secondo conflitto mondiale protrattosi fino al 1970, perderà tutto per ritrovarsi retrocessa all'epoca medievale con carcasse di automobili trainate da cavalli ed edifici mezzi distrutti (che tali resteranno). In questo sfacelo spadroneggia "il Capo" con la costante idea di assogettare il Popolo delle Colline per sfruttarne alcuni giacimenti di petrolio dai quali estrarre il carburante per far funzionare una manciata di vecchi aerei residui dell'ultra decennale conflitto. Nessuno si preoccupa di riparare né le abitazioni né qualsiasi altra cosa onde ripristinare almeno le condizioni pre-conflitto; parrebbe una società abulica, allo sbando nel totale sfacelo di usi e costumi. In questo contesto per di più scoppia una pandemia detta "sindrome del vagabondo errante" i cui contagiati percorrono barcollando le polverose strade in stato pseudo ipnotico. Quando, dopo un paio d'anni, la popolazione festeggia la sconfitta della malattia (a colpi di fucile contro i malati), la pellicola vira verso un'utopistica e sorprendentemente profetica visione di un futuro dominato dalla tecnocrazia. La svolta arriverà a bordo di un innovativo velivolo inizialmente considerato ostile dal "Capo" (infatti il pilota viene interrogato e imprigionato) ma i compagni del forestiero volante - seguaci del progresso scientifico democraticamente perseguito per il benessere di quella che dovrà essere la società del futuro - arriveranno in forze a bordo di enormi aerei per liberare lui e il resto della società dal tiranno (che morirà accidentalmente) con quello che chiamano il "gas della pace": un gas che a differenza dei precedenti si limita ad avere un'azione soporifera.
La seconda parte è dedicata al futuro tecnologicamente avanzato, indubbiamente la più interessante esteticamente con vere e proprie chicche di artigianato fantascientifico. Bellissime le costruzioni avveniristiche con veloci ascensori esterni e mini macchine volanti. Anche i costumi sono un misto tra Star Trek e l'antica Grecia. Ora però, nei primi decenni del nuovo secolo, al top di un opulento benessere gestito dalla tecnologia ormai prossima a un viaggio spaziale effettuato a bordo di una specie di siluro sparato da un gigantesco cannone, si manifestano i primi vagiti di una corrente di contestatori i quali, alienati da tale freddo stile di vita, ambiscono a una più umana gestione della società in generale. Questa mini rivoluzione apporterà quei piccoli cambiamenti che permetteranno di ottimizzare la vita dell'uomo, ormai sempre più indirizzata a un benessere conseguito a fronte di lotte, guerre ed epidemie che nel corso della storia ne hanno segnato purtroppo il percorso.
Globalmente una vera perla del cinema d'antan, forse seconda solo al precedente "Metropolis". Effetti speciali sorprendenti per l'epoca, strane macchine realizzate artigianalmente rimaste in funzione per minuti, alcune a grandezza naturale e altre in forma di modellini molto curati, tra questi la scala d'accesso del mega aereo realizzata in legno verniciato con tanto di venature visibili.
Ulteriore, ma non meno importante aspetto l'essere il primo (o uno dei primi) film dove le preoccupazioni e le devastazioni della guerra aerea vengono presentate in forma così profetica.
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