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Operazione San Gennaro

Regia di Dino Risi vedi scheda film

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La recensione su Operazione San Gennaro

di lamettrie
9 stelle

Una assai divertente parodia del genere gangsteristico. Proprio questo sottofondo grottesco permette di evidenziare i vero bersaglio del film, che è la descrizione, in chiave critica, di Napoli.

La confusione, i panni stesi, il disordine la fanno da padrone. Ma interessante è il contrasto con la serietà con cui i protagonisti si dedicano alla delinquenza: una professionalità profonda che fa emergere l’assurdo, di una realtà che non si può conoscere in maniera logica, in cui le contraddizioni imperversano. Tutta la vita sociale è gestita, in un modo netto che però non deve potersi dire, dal mondo della malavita, la quale ha logiche ferree, come dimostra la figura splendidamente interpretata da Totò, delinquente - celebrità che dal carcere, dove è padrone assoluto in contrasto con ciò che dovrebbe essere, in cinque minuti può mandare in tilt un intero aeroporto, fra le altre tante cose.

Altro aspetto partenopeo che emerge, ma tipico di tutto il meridione, è la sacralità del piacere: quando c’è da rilassarsi e spassarsela, tutto il mondo si deve fermare. Le scene del festival della canzone e del matrimonio sono splendide.

Nel matrimonio è connesso anche il rispetto delle tradizioni, come anche quelle delle apparenze nei rapporti. Tra questi tabu tradizionali non può mancare la religione: tutta superstizione qui, profondamente intrisa di ignoranza ma anche di rispetto verso certi aspetti della vita. Una visione arcaica e primitiva della fede, che è anch’essa una delle infinite stampelle cui ci si cerca di aggrappare, molto più per opportunismo individualistico che non per sincera e seria convinzione: il tutto senza pudore, e con sfoggio di retorica e di apparenza. L’affidarsi a qualsiasi cosa, in modo acritico e talvolta sciocco, è un sintomo di quella disperazione sulle possibilità reali di felicità e giustizia: sotterranea disperazione che il film fa capire bene, attraverso il registro della comicità.

Bella è anche la resa della gelosia, che di positivo ha la forza del sentimento autentico, ma di negativo una possessività anch’essa primitiva.

Risi firma qui una delle sue commedie più belle, e sottovalutate: sostenuta da un ritmo notevole, e da un’ottima interpretazione corale, da colpi di scena continui, dal realismo della rappresentazione sociale, innervata sul contrasto tra rassegnazione pessimistica, da una parte, e una speranza continua di rilancio di vitalità dall’altra.

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