Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Non ho letto il romanzo, quindi parlo del solo film. L'idea è non banale, ha una sua plausibilità, il bell'Antonio, quando ama, tende a perdere il desiderio fisico dell'oggetto d'amore, rimanendo intrappolato, suo malgrado, nello spirituale. Una bella fregatura. Il dialogo in macchina con l'amico, in cui gli da le sue spiegazioni è, secondo me, il punto più interessante e realistico, narrativamente parlando, della storia. Dal suo racconto capiamo, più o meno ce lo dice, che in lui agisce una separazione tra l'affettività e la sessualità, quest'ultima vissuta come cosa poco pulita, associata al sesso mercenario o comunque sintomo di scarsa serietà della donna 'disponibile'. In fondo è un concetto che all'epoca aveva un forte senso, vista la difficoltà di vivere il sesso con le ragazze 'normali', tenute a duro freno per vari motivi, soprattutto sociali e religiosi. Detto questo, ho trovato un pò eccessivo il continuo sdilinquirsi delle varie donne intorno a lui, di tutte le età, anche poco realistico che all'epoca sarebbe risultato comunque disdicevole un modo così esplicito di riferirsi ad un uomo, per quanto attraente fosse. La madre di lui è eccezionale, mi è parsa la più brava, il padre un pò eccessivo e poco credibile come 'siculo'. Lui bravissimo, la Cardinale non mi ha mai fatto impazzire, bella la fotografia.
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