Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Volontè e Gassman assieme. Questo basti. Ma occorre specificare: questo è uno dei rarissimi casi in cui il primo si presta alla commedia (sia pure intelligente) e si capisce perchè: è infatti quasi una soddisfazione poter dire che - e finalmente! - Volontè non pare completamente a suo agio (ma va anche ricordato che il padrone assoluto della scena è un certo Vittorio Gassman), anche se parlando di un mostro ciò significa ben poco. Quella di Brancaleone e dei suoi prodi è un'epopea antieroica tipica monicelliana: come gli anti-gangster dei Soliti ignoti e gli anti-eroi militari della Grande guerra, qui ci sono gli anti-cavalieri intrisi delle tipiche virtù 'all'italiana': pavidità, avidità, egoismo, ignoranza, rozzezza di fondo (sublimata nella leggiadra parlata volgare che è il capolavoro di tutta l'opera di Age e Scarpelli, come fosse poca). Cast di ottimi caratteristi e spalle 'di lusso' (Salerno, la Spaak), film quasi interamente girato all'aperto, di giorno e con un cielo cupo che sembra presagire che la fortuna non ha alcuna intenzione di girarsi verso i nostri 'eroi'. Musiche 'popolari' come la parlata e i personaggi, entrate nella storia del cinema italiano.
Brancaleone da Norcia, con i suoi scalcagnati prodi, attraversa l'Italia medievale puntando alla conquista del feudo di Aurocastro, in Puglia, infestato dai Turchi. Fra incontri più o meno fortunati (il bizantino Teofilatto che si aggrega alla comitiva, una città devastata dalla peste, una bizzarra principessa), l'armata in qualche modo arriva a destinazione. Ma qui i Turchi la fanno prigioniera; in fuga, gli uomini si uniscono ad una crociata in terra santa.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta