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Johnny Belinda

Regia di Jean Negulesco vedi scheda film

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La recensione su Johnny Belinda

di steno79
7 stelle

"Johnny Belinda" è un film a cui mi sento sentimentalmente legato, perché lo vidi durante la mia adolescenza e mi piacque tanto per il calore e l'umanità che trasudavano dalla storia e dai personaggi, sottolineati da un dolce e poetico tema musicale di Max Steiner. A distanza di anni l'ho rivisto perché ne volevo scrivere una recensione su questo mio "film del cuore" che all'epoca fu anche un campione di incassi. La storia è un melodramma piuttosto tradizionale che vede la sordomuta Belinda uscire dal suo mondo di solitudine grazie all'amicizia e all'affetto di un dottore che le insegna il linguaggio dei segni; una violenza sessuale subita da un perfido marinaio la traumatizza, ma Belinda si rivelerà una buona madre finché il cattivo non si presenterà a pretendere il figlio, facendo precipitare la situazione. Potrebbe essere definito un classico esempio di "woman's picture" dell'epoca, quasi alla Max Ophuls, ma senza la genialità visiva del regista tedesco, poiché la regia di Jean Negulesco è funzionale e solo a tratti si fa più interessante (nella scena in cui Agnes Moorehead annuncia la nascita del bambino, giocata su un interno in cui domina una scalinata, mi è parso di trovare un omaggio esplicito al Welles di "L'orgoglio degli Amberson", sia per la presenza dell'attrice che per la disposizione dell'inquadratura). La sceneggiatura è ugualmente efficace nel disegno dei caratteri, con un'attenzione insolita per l'epoca al mondo dei disabili; qualche dettaglio narrativo tuttavia appare poco verosimile, soprattutto il fatto che Belinda dopo la visita dal medico in città sembra dimenticare molto in fretta la violenza subita, oppure il fatto che il cattivo resti impunito praticamente fino alla fine e che la comunità bigotta si schieri dalla sua parte e contro il dottore, ritenuto reo di aver approfittato di una povera incapace. Insomma, non è un prodotto geniale, ma resta un melodramma ancora godibile, a tratti commovente, con un ottimo cast: Jane Wyman è del tutto credibile nel ruolo di Belinda, recitando solo con il volto e senza pronunciare una sola parola, si aggiudica un meritato Oscar come miglior attrice; Lew Ayres da' un rilievo umanissimo alla figura del dottore e dimostra di avere buone risorse espressive, poco sfruttate in una serie di film di serie B come quelli del Dottor Kildare; fra i caratteristi Charles Bickford e la citata Moorehead sono di un professionismo come al solito impeccabile. Evitate la versione colorizzata e godetelo nel bianco e nero originale.

Voto 7/10

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