Regia di Maurizio Nichetti vedi scheda film
Nichetti quanto mi manchi ! Quello spirito surreale che ti porta via con se, in un mondo parallelo e fantastico fatto di trovate geniali e spontanee, lasciando libero corso alla fantasia senza impedimenti manieristici né autocensure critiche. Di tutti i suoi film questo viene, giustamente , considerato il migliore. L'idea di base di girare una storia tipicamente neorealista , che si svolge nell'immediato dopoguerra con il padre di famiglia in cerca di un lavoro che non trova, una moglie ossessiva e scontenta, un figlio di sei anni più maturo di tutti loro e un infante abbandonato a se stesso tra i pericoli di casa (gioca con le prese elettriche, mette in bocca il tubo del gas ecc..) , il solito prete neorealista che si intrufola nelle vicende familiari , ed inserirla nella moderna realtà televisiva , imbottita di pubblicità è a dir poco geniale, molto vicina alle migliori trovate di Woody Allen. Quanto poi al finale, dove il regista "entra" personalmente nel film e ne trasforma l'iter , mischiando la realtà con la finzione cinematografica, il colore con il bianco e nero, lui con baffi e senza baffi siamo all'apice del fantasmagorico alla "Helzapopping" e fratelli Marx. Notevole poi il fatto che gli spezzoni di spot televisivi non siano fantasie ricostruite bensì originali pubblicità dell'epoca, che mi sono rivisto con tenera nostalgia, anche se a suo tempo le odiavo ....
Bè insomma , con la carenza di fantasia che attualmente imperversa globalmente nel cinema, vedere un film che ne è pregno induce a dare il massimo della valutazione.
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