Regia di Maurizio Nichetti vedi scheda film
Ladri di saponette è un omaggio al capolavoro di De Sica, ma anche al cinema italiano di quegli anni, così povero di mezzi eppure tanto grande nei contenuti. Il neorealismo alla fine degli anni '80 è un ricordo davvero lontano, sbiadito come il bianco e nero che lo caratterizza, ma è soprattutto in relazione all'avvento delle televisioni cosiddette commerciali che esso appare praticamente irraggiungibile: la tv ha ormai un ruolo dominante nell'informazione e nella formazione culturale, e l'immagine e la velocità sono i suoi tratti principali. Una rievocazione nostalgica senza però compassione: Ladri di saponette è anche un film comico, di una comicità dolceamara (alla Nichetti, insomma) e tutto fuorchè rassegnato (anzi graffiante in certi momenti, quando l'obiettivo si sposta sulla ridicolizzazione della tv contemporanea, e necessaria giunge l'autocitazione di Ho fatto splash!). Buoni gli interpreti, la Labini, Scarpa, la Costa, c'è anche Calindri nella parte di sè stesso nel vecchio spot della Cynar. 6,5/10.
Durante la trasmissione televisiva di un film ispirato a Ladri di biciclette, un improvviso blackout trasporta la modella di uno spot dentro alla pellicola. La trama sprofonda irreversibilmente nel caos, i personaggi interagiscono con quelli della pubblicità ed il regista, nella realtà, va su tutte le furie.
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