Regia di Peter Sasdy vedi scheda film
Uno dei migliori horror diretti da Sasdy che resta comunque in zona mediocre. Produzione tardiva di casa Hammer, ormai sulla via del declino per quanto incapace di adeguarsi ad uno stile più "contemporaneo".
Londra. 1888. La piccola Anna (Angharad Rees) assiste al delitto della mamma. L'uxoricida, suo padre, è appena sfuggito alla folla che lo insegue inferocita dopo averlo colto sul luogo di un delitto, commesso da... Jack lo squartatore. La piccola finisce in custodia di una falsa medium che non solo la utilizza per compiere trucchi, da utilizzare durante "finte" sedute spiritiche, ma pure la spinge a prostituirsi: ed è durante un incontro a sfondo sessuale con un politico importante che in Anna scatta qualcosa, complice qui il luccicare di brillanti, poi vetri o riflessi (che la riportano con la mente al delitto domestico). Dopo aver ucciso con estrema forza (trapassata da parte a parte) la "tutrice" Anna viene presa in custodia dal dottor John Pritchard (Eric Porter) forte sostenitore delle teorie freudiane e della psicanalisi. Intanto Anna, sempre più scossa, continua la catena di delitti, sospinta da una forza "superiore" che con frequenza sempre maggiore si impadronisce di lei.
Peter Sasdy, regista ungherese ma di adozione inglese, ha avuto diverse opportunità e diretto svariati horror senza mai farsi ricordare per qualità, eccezione fatta per questo Gli artigli dello squartatore, elegante e raffinato horror in costume voluto fuori tempo massimo dalla Hammer (siamo già nel 1971, tre anni dopo George Romero e il suo epocale -"spartiacque"- La notte dei morti viventi). Il film nasce dunque già datato, ma stranamente stavolta sembra essere molto più curato dal regista (basterà ricordare la bellissima scena conclusiva che qualcuno accosta, in maniera piuttosto imprudente, nientemeno che a Caravaggio).
I delitti sono graficamente spinti per l'epoca e questa è forse la vera novità che emerge nelle ultime produzioni Hammer, qui ormai già spedita senza possibilità di recupero, verso il fallimento. I protagonisti del film hanno caratteri opposti e non sempre ben definiti, così ad esempio di Anna possiamo intuire trattarsi di vittima e carnefice al tempo stesso, mentre pericolosamente garantista appare la figura del dottore che ha in custodia Anna, al punto che sembra sottovalutare il crimine del delitto quando si esprime, ad esempio, in questi termini:
"Gli uomini, al mondo, si sono sempre ammazzati a vicenda. E ogni volta che questo avviene, noi diamo la caccia all'assassino... e se finalmente lo acciuffiamo adoperiamo la legge per assassinarlo a sua volta. L'abbiamo torturato, bruciato vivo, squartato, impalato. Sebbene oggi siamo più umani: lo impicchiamo e basta. In tutto questo tempo non ci siamo sforzati neanche una sola volta di comprenderlo, di scoprire perchè... perchè mai un essere umano uccide un altro essere umano. Perciò continuiamo ad avere omicidi, e ad uccidere per vendetta. A solo vantaggio dei vermi del cimitero".
Sasdy riesce comunque a rovinare anche quel velo romantico evocato dall'ottima performance di Angharad Rees (Anna), facendo cattivo uso di voci che, nel momento della possessione, le sussurrano all'orecchio cose al limite del ridicolo (ovvero marzulliane), del genere: "Non chiedere aiuto ai morti. Non chiedere aiuto ai vivi. ( ... ) Cosa sono i sogni? Cos'è la realtà? Non l'ho mai saputo. Ma che importa!"
Insomma, pur trattandosi di una delle migliori regie di Sasdy rimaniamo in zona mediocre per come il cineasta sia qui riuscito a rovinare un buon set (la fotografia è stupenda) e validi interpreti, infierendo sul climax con inserti talora beceri tipo lo splatter di grana grossa o il brutto effetto delle mani "metamorfosate".
Curiosità
In tempi non sospetti (ovvero quando ancora non si rivalutava tutto e tutti) Claudio Fava lo propose su un canale di stato facendone una interessante presentazione (fine Anni '80 nel ciclo Fantastika).
Curiosità 2
Gli artigli dello squartatore all'estero venne proposto in doppia programmazione assieme all'altro prodotto Hammer che è Twins of Evil (Le figlie di Dracula).
Disponibile in Dvd nel catalogo Sinister nel formato 1.85:1 con master restaurato e buona traccia audio. Presente il trailer, una galleria fotografica e la presentazione lampo di Cozzi. Mentre interno all'amaray fa capolino il manifesto in miniatura del film.
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