Regia di King Vidor vedi scheda film
È improbabile che, nonostante le tre ore abbondanti di film, Vidor sia riuscito a far filtrare il succo del fluviale romanzo di Tolstoj, tanto che gli autori (un imprecisato numero di soggettisti e sceneggiatori) tentarono di condensarlo in una didascalia finale che dice, più o meno, che è necessario amare la vita in qualsiasi situazione, perché la vita è Dio e la vita è amare Dio.
Ma a parte la capacità di tirare fuori Tolstoj da Guerra e pace, poiché un romanzo è un romanzo e un film è un film (ebbene sì: anch'io aspiro a entrare tra coloro che hanno scritto aforismi di un certo pregio), bisogna riconoscere a King Vidor l'abilità di avere dato vita a un grande spettacolo, nel perfetto stile voluto dai produttori associati Ponti e De Laurentiis. Qui, infatti, tutta questa masnada di penne ha saputo sbozzare almeno tre personaggi credibili, come Natasha, Pierre e Andrej. In più, si può apprezzare la ricostruzione delle grandi battaglie napoleoniche di Austerlitz e Borodino (grazie alla realizzazione di Mario Soldati e alla partecipazione di reparti dell'esercito italiano) nonché della celebre disfatta sulla Beresina.
Il cast internazionale è di prim'ordine e contribuisce alla riuscita d'insieme, anche se tra la Hepburn, Fonda, Ferrer e Gassman, emerge il generale Kutuzov di Oscar Homolka, forse il miglior interprete del verbo tolstojano e rappresentante di quell'anima russa che ne costituiva il significato più profondo.
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