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Guerra e pace

Regia di King Vidor vedi scheda film

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La recensione su Guerra e pace

di Antisistema
6 stelle

Finito di leggere il matton... ehm... scusate il romazo voluminoso di Lev Tolstoj; Guerra e Pace, ho visto se c'erano degli adattamenti filmici della suddetta opera. Il più risalente e sopratutto facilmente reperibile era questo Guerra e Pace del 1956 co-prodotto dai capitali italiani della ditta dei produttori Ponti - De Laurentis insieme ai capitali americani della Paramount. La curiosità era alta, anche perchè alla regia c'è King Vidor di cui non ho mai visto nulla e che dicono essere capace e nel cast c'erano attori di serie "A" come Audrey Hepburn, Henry Fonda e Vittorio Gassman, il risultato... beh... non è positivo al massimo, ma neanche negativo. Premetto che recensirò l'edizione integrale del film da 3 ore e venti; non sarà un problema recuperarla perchè nel DVD del film vi è sia la versione italiana "ridotta" che quella integrale, ovviamente la visione consigliata è quest'ultima. Inoltre ci tengo a ribadire un concetto prima di cominciare; un libro è un libro (anche se in questo caso è un capolavoro come Guerra e Pace), mentre un film è un film. L'adattamento fedele non mi interessa e nulla ha a che fare con l'eventuale riuscita o qualità del film, che per quanto mi riguarda può anche semplificare o edoculturare certe cose, ma se l'insieme funziona cinematograficamente, poco importa (sono molte le battaglie in proposito che combatto contro i nerd sui film tratti dai fumetti e purtroppo sono anni che sono sconfitto da tali fanatici). 

 

Chi come il sottoscritto ha letto Guerra e Pace, sa benissimo che è un'impresa faraonica adattarlo in un film dalla durata comunque prestabilita. Secondo la preziosa biografia di Spoto su Audrey Hepburn, viene rivelato che Ponti e De Laurentis presero il romanzo e lo spacchettarono in blocchi da 200 pagine affidandolo a vari gruppi di sceneggiatori. King Vidor ricevuto il lavoro si ritrovò innanzi ad una sceneggiatura per forza di cose disorganica e priva di qualunque unità stilistica e cestinò il lavoro e scrisse di proprio pugno, insieme ad un gruppo imprecisato di altri collaboratori tra cui Mario Soldati (che diresse alcune sequenze del film) e Camerini, una nuova sceneggiatura ex-novo. 

Vidor decide di costruire il film su tre personaggi; Natasha (Audrey Hepburn), Pierre (Henry Fonda) e Andrej (Mel Ferrer) più o meno credibili e approfonditi; sacrificando tutte le altre vicende e varie famiglie, nonchè semplificare il sostrato filosofico e molte vicende del romanzo. Tale scelta non piacque per niente alla critica americana dell'epoca (Crowther in primis) che attaccò il film giudicandolo freddo ed artificioso. A mio parere Vidor ha fatto una scelta sensata, perchè neanche con un film da 10 ore poteva accontentare la critica fanatica che voelva un film fedele al libro, cosa assolutamente impossibile. 

Il problema principale del film, sono in assoluto i primi 45 minuti, veramente terribili con vari cambi di scena ed cambi di location che si susseguono repentinamente, così come una miriade di personaggi minori e vicende che passano senza sosta e mandano in crisi anche lo spettatore più paziente. In effetti la pecca primaria del film, sono le numerosi ellissi di montaggio che trasportano lo spettatore di qua e di là (d'altronde il film si svolge in un lungo arco temporale che và dal 1805 al 1813) e che hanno il compito di mettere una pezza varie vicende che vengono lasciate fuori campo ed accennate allo spettatore tramite informazioni date dai dialoghi dei personaggi. Fortunatamente verso lo scoccare della prima ora, le ellissi e le transizioni di montaggio si attenuano molto e seppur di tanto in tanto presenti, sono gestite con molto più garbo. 

 

La pellicola fonde l'aspetto melodrammatico (chi s'aggiudica il culo della nostra bella Natasha per farla breve) con gli aspetti più epici del romanzo come le battaglie, qua ridotte principalmente allo scontro di Borodino tra soldati Russi e Napoleonici alle porte di Mosca. Come si legano questi due elementi... beh... non è che si leghino al meglio e questo per via del fatto che Audrey Hepburn riteneva essenziale per la riuscita del film la prevalenza dell'aspetto filosofico del romanzo (sono d'accordo, ma credo che sopravvaluta gli spettatori dei film e non sà come si curi la loro riuscita commerciale), mentre i due produttori e Mel Ferrer volevano farne un supercolossal con la madre di tutte le battaglie (in tutte le epoche se metti lo spacca spacca, il grande pubblico è contento), frenando così quasi sempre le ambizioni artistiche volute dalla Hepburn. Nonostante queste due opposte visioni, quando può King Vidor riesce di tanto in tanto a far emergere l'aspetto intimistico e qualche sprazzo di sostrato filosofico qua e là (alcuni dialoghi di Pierre, la solidarietà di Natasha verso i feriti della battaglia della Beresina, il personaggio del generale Kutuzov, la lunga ritirata nel freddo e nel gelo della grande armata o il senso di impotenza di Napoleone al termine della ritirata che lascia presagire il suo futuro crollo). 

Da lodare un paio di guizi registici come la macchina da presa in soggettiva che simula lo sguardo annebbiato in preda al delirio per febbre del principe Andrej quando vede Natasha (scelta stilistica uscita direttamente da Notorius di Hitchcock) e la soggettiva di Pierre sulla pistola quando egli è nascosto in una Mosca occupata dalla grande armata. Sono delle intuizioni registiche che rompono con la solita regia fatta di alternanza tra primi piani, campi medi e campi lunghi presente al solito in questi super kolossal dell'epoca (ma in generale di tanti film del cinema classico) dove la regia era totalmente al servizio del racconto e mirava solo a filmare il cosa, senza pensare al come. Di grande impatto visivo è la lunga scena di battaglia di Borodino (filmata da Mario Soldati), che riesce perfettamente a costruire le tattiche militari dell'epoca e senza avvalersi dei prodigi della CGI moderna (quindi se vedete che il terreno esplode e le palle di cannone sono "simulate" con i graffi alla pellicola, è perchè ovviamente la tecnologia dell'epoca non permetteva questo. Per una volta godetevi l'artigianalità del vecchio cinema). Di notevole interesse è la fotografia di Jack Cardiff (il leggendario DOP di Scarpette Rosse) che riesce a creare con i colori vividi straordinarie composizione cromatiche e costruisce le atmosfere tipiche del primo 800', riuscendo a simulare un'ambientazione russa (il film è girato in location Italiane e a Cinecittà). Il massimo lo raggiunge nelle scene nei teatra di posa, come quella del duello di Pierre con quel sole e quell'atmosfera ambientale tipica della Taiga russa; la scuola dei maestri Powell-Pressburger colpisce ancora. Da menzionare la colonna sonora del maestro Nino Rota. 

 

Per quanto concerne gli attori; Audrey Hepburn veniva dal successo di Vacanze Romane e Sabrina e voleva cimentarsi in ruoli maturi... ora, non me la figuravo di certo come Natasha Rostova quando lessi il libro, ma l'attrice Belga è in parte e riesce a dare un pò di spessore ad un personaggio scritto in modo claudicante (già nella prima scena che la vede protagonista, prima è tutta esaltata per i soldati che vanno in guerra e vorrebbe guidare lei la battaglia e poi poco dopo si dispera per coloro che non torneranno... deciditi bella mia) e smarcarsi un pò dalle solite interpretazioni femminili da melodramma in costume che prendevano sempre Vivien Leigh come riferimento. Henry Fonda è un bravo attore ed ha senz'altro il personaggio scritto meglio di tutto il film, ma è troppo anziano per la parte e certe volte più che riservato, dà un'aria imbranata al suo personaggio (Marlon Brando rifiutò il ruolo, perchè aveva paura di essere messo in ombra dalla Hepburn, peccato...) e gli occhiali che indossa non lo aiutano nel compito. Mel Ferrer... viene massacrato all'unanimità dalla critica per il suo ritratto di Andrej. Per come è scritto il personaggio e per le perfomance dell'epoca in questi film, non è malaccio e pur avendolo visto recitare solo in Lilì, devo dire che tale attore quando ha a disposizione questi personaggi un pò aristocratici e decadenti, come viso ci sta benissimo, solo che ha un'unica espressione da porta ombrelli per tutto il film e cerca sempre la posa figa per la sua battuta ad effetto e questo lo porta a collassare nelle scene più intime dove deve dimostrare più trasporto emotivo; eppure la partner è sua moglie quindi la chimica dovrebbe venire automatica ed invece spesso ne esce distrutto dal confronto risultando troppo freddo e distaccato; evidentemente è uno di quei casi dove l'intimità privata non riesce ad essere ricreata sullo schermo. Infine abbiamo Vittorio Gassman nel suo tipico ruolo per quegli anni (lo sbruffone spaccone), ma riesce a farsi notare nonostante l'esiguo minutaggio. L'attore che più di tutti riesce ad esprimere il verbo di Tolstoj è Homolka, che coglie l'essenza e lo spirito del libro riuscendo ad essere un perfetto Kutozov. 

 

Piccola curiosità; il film tutt'ora ha il record di spettatori in italia per un film (oltre 15 milioni), in pratica gli utenti anziani del sito o comunque cercando tra i nostri antenati, ci sarà sicuramente almeno un componente della nostra famiglia che lo avrà visto al cinema. Concludo dicendo, che è un film nè brutto e nè bello, e che alla fine presenta i tipici difetti di molti kolossal di quel periodo storico; ma per lo meno riesce ad essere interessante per il fatto di essere ambientato nell'800 e non nel solito periodo greco-romano e la solita religione messa in scena con il solito gigantismo Hollywoodiano. Quindi bravo a King Vidor per essere riuscito a portare a casa un film con tanti difetti, ma anche con i suoi pregi e tutto sommato alla fine dignitoso nonostante l'impresa tutt'altro che facile (una stellina e mezzo per questo film data dal Mereghetti è troppo poco). 

Sono comunque interessato a recuperare la versione russa del film che so essere lunga molte ore e finanziata con capitali statali. Sinceramente non so se consigliarlo, se siete interessati ai vecchi kolossal d'annata e vi sta bene questo "sunto" del romanzo di Tolstoj, vi consiglio la visione senz'altro. 

 

Mel Ferrer, Audrey Hepburn, Henry Fonda

Guerra e pace (1956): Mel Ferrer, Audrey Hepburn, Henry Fonda

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